“Con lo sguardo riusciamo a escludere la massa, cerchiamo e cerchiamo ancora fin quando non troviamo quella persona, in qualche modo ne percepiamo la presenza per via di un legame non interamente spezzato. Sguardi Laser parla di questo, di un rapporto spezzato ma solo a metà.”.

Oggi, 8 giugno, debutta SGUARDI LASER, il nuovo singolo di MEGHA, in uscita per la label milanese Asian Fake (Coma Cose, Frenetik & Orang3, Martina May, Venerus e…).
Dal punto di vista musicale, il brano segue la linea tracciata dai singoli precedenti arricchendola di atmosfere 90’s: all’usuale songwriting fresco e pulsante, il producer aggiunge così nuove sfumature sonore e un sound ancora più ballabile.

E sempre oggi, Megha, l’artista dal volto synth che narra ancora una volta tracce di quotidianità, di amori e di serate destinate a rimanere impresse negli occhi di tutti, che spara beat che dipingono una colonna sonora da club di musica pop italiana, tra suoni retrò e tracce che non ti aspetti vi regala il suo personale GIMME FIVE. 5 brani che hanno influenzato come lui stesso ammette la sua infanzia, tutta brufoli e Nirvana.

Questa è la prima canzone di cui ho ricordi. Io ero piccolissimo e mia madre me la faceva ballare. La prima melodia in assoluto che mi abbia folgorato.

Per tutta l’infanzia e la prima adolescenza, in casa mia si ascoltava tantissima musica leggera italiana anni 80 e 90. Quando a mia madre venne regalata la cassetta di “Cambio” ricordo che questo pezzo mi fece pensare” cazzo è sta roba?”

Alla fine della fase brufoli e Nirvana. il mio migliore amico mi passa questa cassetta con rage against the machine da un lato ed heavy petting zoo dall’altro, mi fa “ascolta sta roba, non hai mai sentito niente del genere”. Misi dentro dal lato B, questa era la prima traccia: vero, non avevo mai sentito niente del genere.

Questo è un pezzo a cui posso dare la responsabilità di avermi illuminato su come si potesse usare la lingua italiana in modo non scontato e raccontare qualcosa pur facendo musica non immediatissima. Dopo tanti anni di punk e hardcore di matrice anglosassone nasceva in me l’ammirazione per qualcosa di italiano. Volevo farlo anche io.

Niente cantato. Ritmo ossessivo e crescendo emozionale. Probabilmente avevo bevuto quella sera  ma questa cosa mi ha preso dentro dal primo istante. Per la prima volta i miei stupidi pregiudizi di genere sono caduti, ho capito che c’era un mondo di cose da conoscere, di roba che mi avrebbe dato emozioni. Da quel momento ho deciso che avrei scritto e suonato dei beat miei.