L’avevamo lasciata che cantava Save me, oggi la ritroviamo con la rinnovata carica del nuovo singolo Armenia, già amatissimo dalla radio perché è uno di quei pezzi che ti porta senza scampo a ballare, le braccia al cielo, a cantare quel luminoso don’t give up, ovvero “non mollare”. «Quell’incitamento – mi racconta la sua autrice, la 25enne Joan Thiele (si pronuncia Tìle), tra le più affascinanti e talentuose giovani musiciste della scena italiana – è dedicato a mio padre, che qualche tempo fa ho raggiunto in Colombia, dove vive, per potergli stare accanto in un momento molto difficile per la sua salute. Da lì, da quel viaggio “di soccorso”, è nato un altro viaggio, in giro per la Valle de Cocora e il Chocò, zone selvagge e incontaminate con una natura incredibile, e durante questo mese e mezzo a zonzo ho scritto parte del mio nuovo album (in uscita nel 2018 per Universal ndr».

 

Un viaggio più fisico o emotivo?

Molto di entrambe le cose e molto estremo in entrambi i casi. Però le difficoltà mi portano una sana e urgente necessità di scrivere, per cui è stato un flusso molto sincero, naturale, una specie di psicoanalisi tramutata in pop che ora sto portando in giro sui palchi (info: www.bpmconcerti.com).

In Armenia parla anche di una battaglia tra coraggio e silenzio, si riferiva sempre a suo padre?

Sì, negli anni ho visto in lui, a cui voglio molto bene, una costante battaglia con se stesso e per la prima volta l’ho voluta raccontare, questa lotta che osservavo dall’esterno, in un mio pezzo. Poi, dato che sono andata in Colombia perché non stava bene, il messaggio più forte è quello della speranza ma anche della leggerezza e dello sdrammatizzare anche la peggiore delle cose. In realtà non so nemmeno se la ascolterà (ride) però almeno questo mio messaggio rimarrà lì, per sempre.

Il video di Armenia è spettacolare, così come i suoi look: a chi va il merito?

Alle mie amiche! (ride) Le registe Giulia Achenza e Giada Bossi, la stylist Rebecca Baglini e tutto il gruppo di lavoro è composto, per mia sfacciata fortuna, da care amiche che sono delle creative meravigliose. Le mie donne hanno elaborato con me l’idea di questo misto di colori, di tribù, di mondi lontani, ma poi non così tanto. Per quanto riguarda i look, a me piace molto la moda, ma mi piace soprattutto giocarci, indossando nei video capi estremi, come per esempio il cappello-medusa arancione con le frange lunghissime o il vestito totalmente ricoperto di paillettes. Lì, nel mondo dei visual oso tutto, perché tutto è concesso, la storia del pop lo insegna, ma poi sono anche, felicemente una da tuta e scarpe da ginnastica.

Prima ha accennato alla sua mamma: qual è il consiglio che le ha dato e che si porta dietro da sempre?

Un consiglio che mi ha dato l’anno scorso e che non ho ascoltato, ma su cui, ovviamente, aveva ragione e cioè: riguardati, curati di te stessa e fai le scelte per il tuo benessere mentale. A lei è dedicata un’altra canzone del disco che riporta il suo mantra nei mie confronti, ovvero watch yourself.

Tanta famiglia, nella vita di Joan Thiele.

Sì. Oltre a mamma io sono legatissima a mio fratello, che ha 18 anni, e con cui amo andare al lago, alle mostre, a pranzo. Per me stare con lui è sinonimo di relax mentale.