Il primo giorno del MI AMI le mie amiche mi hanno detto: “siamo troppo vecchie per tutto questo, mi sa che sarà il nostro ultimo anno”. E per un secondo l’ho pensato, ma poi è cominciato l’avanti e indietro dai palchi, 4 quest’anno, controllando costantemente il programma per non perdere nessuna esibizione, internet in tilt, i messaggi “dove sei?”, perché al MI AMI ci si perde (ed è bellissimo) ma poi ci si ritrova.

Tanti esordi , come Maggio, Massimo Pericolo, Tonno, Dola e il primo live in suolo italico per Le Feste Antonacci, ma anche volti più o meno noti, Dutch Nazari, Clavdio, Eugenio In Via Di Gioia, Jesse the Faccio, Coma Cose, Gomma, Giorgio Poi, FASK, Giungla, Franco 126, Mille Punti, Nikki (Radio DeeJay), Chadia Rodriguez, Venerus & His Orchestra, Motta, Mahmood, Myss Keta e tantissimi altri che non sono fisicamente riuscita a vedere.

Molte sono state anche le ospitate, tra cui Generic Animal con i Gomma, Frah Quintale e Calcutta con Giorgio Poi, Jake La Furia con Chadia Rodriguez, Gue Pequeno con Myss Keta e Sfera Ebbasta con Mahmood.

Una lineup variegata e lontana dall’indie degli anni scorsi, che ha unito un po’ tutti. Ed è meraviglioso vedere sempre più gente avvicinarsi alla musica live, soprattutto in un luogo così attento all’ambiente come il Magnolia, che da quest’anno è plastic free. Perché non si parla più solo di musica, ma anche di impegno per le nuove generazioni, IMPEGNO in un periodo storico complicato, in cui è importante, quasi necessario, dare spazio alla condivisione, al dialogo.
Non a caso ospite di quest’anno anche Emma Bonino, che siate d’accordo o meno con le sue idee politiche, penso abbia portato un messaggio importante: “E non mi raccontate e non vi fate più raccontare che votare non conta, che non cambia niente [..] Non è vero. Le elezioni dell’anno scorso hanno cambiato radicalmente questo paese, nel bene o nel male. Io penso nel male, ma voi pensatela come volete”.

Ogni anno i ragazzi di RockIt riescono a fare un passo avanti nell’organizzazione, molte cose migliorano di volta in volta, altre rimangono dolcemente uguali (come i telefoni che a un certo punto non prendono più). Negli ultimi due anni c’è stata una crescita esponenziale delle presenze, l’ho vissuta, partecipo dal 2011, e anche se il casino certe volte è molto (non si cammina, la coda infinita nei bagni) è sempre incantevole ammirare la marea di teste illuminate dal palco della collinetta.
Dopo anni ho imparato le scorciatoie, i passaggi meno frequentati, fare attenzione al deflusso delle persone appena finisce un concerto al palco Pertini.

Tutto questo può sembrare esagerato, ma AMOR VINCIT OMNIA.
C’è la musica, ma c’è anche tutto il resto.