Il Mediolanum Forum di Assago, poco prima dell’inizio di un concerto sold out, è già di per sé uno spettacolo: dalle scalinate esterne si vedono persone ovunque, che tentano di capire da che parte entrare, che fumano o bevono birra, ridono, scherzano, si baciano e sono felici. La perfetta atmosfera per il “Love Tour”, che vede i Thegiornalisti esibirsi in uno show di due ore tra effetti speciali, pannelli luminosi, ragazze urlanti che ammirano affascinate Tommaso Paradiso e chi si chiede se lo stesso imparerà mai a stare su un palco senza occhiali da sole e alcol in corpo. Insieme a lui, Marco Primavera e Marco Antonio Musella, a supportare la band ci sono gli aficionados Leo Pari (tastiere) e Walter Pandolfi (basso), più tre coriste e un’orchestra di archi e fiati.

Il concerto parte con “Overture” e prosegue poi con “Zero stare sereno”, ottima per scaldare il pubblico ma non molto azzeccata per valorizzare le traballanti doti canore di Paradiso: il frontman dei Thegiornalisti è un diesel e chi lo segue da un po’ ormai l’ha capito. All’inizio quasi non proferisce parola, si limita a cantare una canzone dietro l’altra e non coinvolge in alcun modo il pubblico. Poi, un passo per volta, inizia a fare qualche battuta, a rilassarsi, a interagire coi fan e a cantare meglio, fino a raggiungere il livello più alto di poesia quando Leo Pari, che saltella per tutto il tempo dietro alle tastiere, intona le prime note di “Alba chiara” di Vasco e lui lo segue estasiato. Durante il live la band propone principalmente gli album “Love” e “Completamente sold out”, “Fuoricampo” e “Vol. 1” rimangono sullo sfondo, e il povero “Vecchio” viene come sempre skippato. Particolarmente emozionante “Sold out”, forse il pezzo in cui Paradiso dà il meglio di sé, creando un’atmosfera da occhi lucidi e malinconia, un mega abbraccio collettivo. Bassi che fanno tremare il palazzetto e cori da stadio, invece, per le super hit “Completamente”, “Riccione” e “Felicità puttana”, e fan impazziti nel momento in cui Paradiso intona le prima note della calcuttiana “Paracetamolo”.

Circa a metà concerto arriva il momento magico: le luci si abbassano e tre sedie vengono posizionate nel punto del palco più vicino al pubblico. I Thegiornalisti si esibiscono in una versione acustica di “Io non esisto”, fianco a fianco, chitarra e voce, con solo le coriste sullo sfondo che li accompagnano. In quel momento, l’unico, Tommaso, Marco e Marco tornano a essere quelli che suonavano nei circoli davanti a poche decine di persone: anche se intorno ce ne sono migliaia, esistono solo loro. Tanti fan probabilmente non conoscevano nemmeno questo piccolo grande capolavoro, questa vecchia canzone dolorante e nichilista, che fa male più o meno come una coltellata ma che in versione live è ancora più bella e intensa, della serie “call it magic”. Seguono altri brani molto amati come “Fine dell’estate”, “Questa nostra stupida canzone d’amore” e “New York”, e lo show si chiude con Paradiso al pianoforte che suona e canta “Dr. House”, ultima traccia di “Love”.

I Thegiornalisti hanno sicuramente regalato ai loro fan uno show divertente ed emozionante, ricco di effetti visivi e sonori. In poche parole, hanno fatto i compiti a casa. Perché è di questo che si tratta quando un gruppo abituato a esibirsi di fronte a un pubblico ristretto si trova all’improvviso in palazzetti sempre più grossi, deve dimostrare di esserne all’altezza. La sensazione, però, è di aver assistito a uno spettacolo bellissimo ma comunque infiocchettato e servito ad hoc. È come se la dimensione live non appartenesse al 100% ai tre ragazzi, come se fosse una cosa più grande di loro ed estremamente difficile da gestire a livello emotivo ed empatico.

Photo Courtesy @ Thegiornalisti official page