Una telefonata e una manciata di chilometri percorsi in direzione Reggio Emilia e ci ritroviamo a fare due chiacchere con Unknwn, uno dei protagonisti dell’evento BEAT&STYLE RELEASE PARTY.

E’ da poco uscito il suo ultimo EP Talking about changes contenente due tracce in Free Download cosi ci siamo fatti raccontare qualcosa di più sul suo progetto musicale che nasce ad inizio 2016 dalla voglia di fare musica senza costrizioni di genere e suoni, che si propone di esplorare sonorità che coniugano elettronica down tempo, suoni ambientali, Beats irregolari e melodie eteree, e abbiamo anche parlato di cambiamenti personali e locali.

Come nasce e cos’è per te il progetto UNKNWN?

Sono almeno 2 anni che ho nella testa questo progetto (o comunque qualcosa di simile, ovvero io che mi metto a fare musica elettronica con beat downtempo, suoni profondi, bassi importanti ecc ecc) nasceva come uno stream of consciousness nel quale le parole vengono sostituite da melodie,campioni, voci, rumori, samples. Tutto quello che mi piaceva lo buttavo dentro e poi all’inizio di quest’anno ho deciso di mettere ordine a tutto e sono usciti i miei primi 2 Ep in free download, che sto cominciando a portare in giro in un laptop live nel quale li suono e li miscelo con altri suoni che a loro volta diventeranno altre tracce e così via. In ogni caso UNKNWN è un progetto totalmente in divenire, non ho ancora trovato  il mio suono, non ho ancora capito cosa mi piace definitivamente fare e quindi sperimento. Sono ancora pienamente in questa fase di flusso di coscienza nel quale butto dentro tutto ed ogni tanto mi metto ad organizzare le cose. E’ ancora tutto un test, compreso il live, che ogni volta modifico, aggiungo, tolgo e ricomincio in quanto sono le mie primissime esperienze e quindi non ho ancora trovato il setting e le modalità definitive.

Possiamo parlare di soundscapes?

Beh beat glitchati mischiati a certi tipi di melodie stanno sempre bene coniugati ad a certi ambienti, lo scorso anno mi era capitato di suonare ai musei civici a Reggio Emilia e devo dire che in quel tipo di contesto il suono era molto azzeccato. Però la vera figata è la doppia personalità di questa musica, durante un live mi basta girare due manopole e alzare due leve che la maggior parte dei brani si trasformano in pezzi techno dalla natura molto minimale che possono diventare efficaci anche dal punto di vista del dancefloor.

Organizzatore di eventi, dj, producer. Com’è questa nuova dimensione live? Abbiamo letto che ti mette un pò di ansia. Vero?

HHAHA, gli eventi li organizzo da ormai 10 anni, danno un sacco di adrenalina ma si tratta di successi di gruppo, nulla di paragonabile al mettere i dischi o suonare i propri brani davanti a della gente. Insieme a Gabriele sono tantissimi anni che mettiamo i dischi come S.Boyz, la sostanziale differenza è che quando fai Dj set se un brano non piace e ti dicono che è brutto tu ti puoi nascondere dietro alla maschera del “si magari ho sbagliato a metterlo su in questa circostanza ma alla fine se il disco fa cagare è colpa di chi l’ha fatto”; mentre quando suoni solo ed esclusivamente brani fatti da te sei l’unico ed assoluto responsabile di quello che infili nelle orecchie della gente che ti ascolta quindi non ci sono filtri o scuse. Ecco spiegata la mia principale fonte di ansia (che tralaltro mi tiene tantissimo in forma) che mi porterò dietro finché non sarò sicuro al 100% del mio suono e del flow complessivo del mio live, perché come ho detto prima è ancora tutto in divenire, sto sperimentando.

Sei più Bonobo o Trentemoller?

In realtà non ve l’ho ancora detto ma sono Burial.

Pensi a Reggio Emilia e ti viene in mente subito Maffia. qualche differenza c’è rispetto a quegli anni lì. Com’è oggi la storia?

Io sono entrato in questo mondo verso la fine dell’era maffia, nel 2007. Posso garantirti che adesso è tutto totalmente diverso, sicuramente è svoltata un epoca e potrei stare qui ore a elencarti tutti i cambiamenti. In generale si nota un cambiamento abissale delle abitudini dei ragazzi che ha necessariamente portato ad un cambiamento dell’offerta da parte di locali ed organizzatori, senza contare tutto il contesto social network, all’interno dei quali si alimentano correnti, tendenze ed artisti e se ne mortificano altri tutto in modo superveloce rendendo il lavoro di programmazione di un locale o di un organizzatore sempre più difficile. Tutto sommato però, senza entrare troppo nel dettaglio di queste microdinamiche, sono dell’idea che Reggio Emilia rimanga una città fertile, vogliosa di scoprire sempre cose nuove e tendenzialmente propensa alla sperimentazione. Ne è la testimonianza ELEVA, il festival di Musica Elettronica che stiamo portando avanti da ormai 4 anni e con il quale continuiamo a spingere artisti emergenti in situazioni collocate in contesti urbani suggestivi avendo un’ottima risposta di pubblico. La recente preview avvenuta ai primi di giugno della quarta edizione (che si terrà il 10/14/17 settembre) è andata alla grande dandoci il segnale che probabilmente stiamo seguendo la strada giusta.