Leandro ha un nome leggero, ma un’intenzione artistica non altrettanto lieve. A lui, torinese classe 1994, non interessano granché, o almeno non declinate in musica, faccende frivole, ma, piuttosto, gli preme raccontare dei casini dei rapporti umani, della paura di fantomatici nemici contro cui combattere (“ma se fossimo noi – racconta lo stesso Leandro parlando della sua “Per mano – a lottare in mezzo al mare per sopravvivere, saremmo ancora così sicuri di vedere una minaccia invece che bisogno di sanità?”), di famiglia, e quando diciamo famiglia sappiamo bene che crateri si possono aprire. Ecco, dentro “Fossimo già grandi”, uscito il 29 novembre per Bunya Music, Leandro ha buttato tutto questo capitale umano, denso di contraddizioni, di malinconie ma anche di ampi squarci di ottimismo, per accendere in noi un’attenzione in più, una cura in più nei rapporti che abbiamo con gli altri, tutti.
Il 19 dicembre Leandro presenterà live al Magazzino sul Po di Torino questo disco che si intuisce essere stato laborioso, ma che suona sincero, o meglio: suona senza paura di essere sincero. In attesa di vederlo dal vivo, ci ha schiaffato la sua cinquina di brani del cuore, e, mi scusino gli altri, il primo mi ha fatto davvero venir voglia di schiacciare play e ascoltarlo per la milionesima volta.

Razzi Arpia Inferno e Fiamme – Verdena 

Per sceglierne una da quel capolavoro che è “Wow”, perché ricordo il video su Mtv nel 2011 di questi tre pazzi vestiti di bianco circondati da persone senza volto che saltellavano. Allora mi mettevano un po’ d’ansia, ma nel tempo la loro musica è diventata grande fonte di ispirazione.

Strawberry Fields Forever – The Beatles

Siamo arrivati relativamente tardi ad ascoltarli (io e Paolo Bertazzoli, con cui produco i brani), ma sono un pozzo infinito da cui attingere per scrivere musica e hanno sicuramente, a volte inconsciamente, influenzato gran parte dei brani del disco.

Una Somma di Piccole Cose – Niccolò Fabi

Perché è la prima traccia del disco omonimo che ho ascoltato di più in assoluto nella mia vita. Delicatezza infinita, messaggi di speranza e un sound così minimale e ricco allo stesso tempo da farti sembrare il soggetto di ogni canzone.

33 “GOD” – Bon Iver

Perché è l’artista che ha aperto la strada del folk moderno, influenzato dall’elettronica e pubblicato quattro lavori talmente coerenti con il suo percorso da diventare pietre miliari nella discografia mondiale. Un pezzo incredibile all’interno di un disco incredibile.

Padremadre – Cesare Cremonini

Perché è una canzone che ricorda la mia adolescenza e ancora oggi riascolto con piacere in certi momenti. Una dichiarazione d’amore di un’artista che mi ha segnato, che lascia una lettera a chi lo ama per prendere la propria strada.