A spalancare le porte del percorso artistico di Tota è la fine di una relazione importante per cui il cantautore, umbro di nascita e bolognese di adozione, spende parole intrise di quella sincerità che rappresenta il suo punto di forza. Il 25 settembre 2017 pubblica “Cielocasa”, una raccolta minimale di 20 canzoni registrate chitarra e voce che gli porta subito ottimi riscontri da parte di pubblico e critica. Già con i primi live calca palchi importanti in apertura a Gazzelle, Carl Brave e Franco 126 a un festival umbro e alla prima data del tour di Galeffi al Circolo Ohibò di Milano. Nel gennaio 2019 nasce il sodalizio con l’etichetta Grifo Dischi che pubblica il primo album in studio di Tota “Senzacera”. A conferma della sua fruttuosa vena creativa lo scorso novembre è uscito Gli Anni Che Ho, brano che rappresenta un cambio di estetica forte nel percorso di Tota che si concretizza nell’ultimo singolo Saggio Breve uscito il 9 gennaio:

Saggio Breve è un brano minimale, in grado di toccare le corde dell’animo senza bisogno di troppi fronzoli: è un ritorno alle origini della musica. Chitarra, voce e un leggero basso a fare da contorno sono tutto ciò di cui Tota ha bisogno per esprimere quello che ha dentro. Nient’altro, voce chitarra e parole.
Per andare al cuore delle poetica di Tota abbiamo chiesto all’artista di parlarci dei 5 brani fondamentali per la sua formazione musicale:

Fabrizio De André – Il Sogno di Maria

Uno dei primi arpeggi che ho imparato con la chitarra, con testo che parla delle cose “non dette” in un modo che mi fa venire sempre voglia di scrivere e scrivere.

Eminem – When I’m gone

I primi testi li scrivevo sulle instrumental di Eminem trovate su YouTube, ho ancora il quaderno da qualche parte a casa.

Francesco Guccini – Farewell

La prima sbandata con una ragazza, ovviamente ci sono rimasto male. La cantavo in ogni tragitto dalla scuola a casa con le cuffie sull’autobus. Imitavo anche la sua erre moscia, ho pensato che scrivere d’amore non può essere banale.

 

Tame Impala – Eventually

Gli effetti sulla voce e i synth elettronici usati sono bellissimi, e stanno prendendo tutta la mia attenzione negli ultimi mesi e per i nuovi pezzi. Sono un pazzo ossessivo e ascolto gli stessi 15 secondi della strumentale finale anche per 20 volte di fila.

George Harrison  – I live for you

Uno degli assoli più belli della storia, va ascoltato almeno una volta al giorno appena svegli in metro. Si comincia meglio la giornata, fidatevi.