Un manifesto che parla a tutti, alle nostre notti, alla quotidianità del notturno e al suo incedere rallentato, dettato dai tiri di una sigaretta. Un progetto, che lascia intravedere il suo mondo solo quando cala il sole, in un romanticismo urbano unico e che vive in un mantra semplice ma definitivo: “non è mai troppo tardi per fare tardi”.

Loro sono gli Aftersalsa e il debut album Fare Tardi, fuori per Futura Dischi, raccoglie emozioni estemporanee, come quando si urla allo stadio e ci si perde nello schermo dell’iPhone quando finisce la partite. Quelle stesse sensazioni che tengono vivo di giorno e non fanno dormire la notte. Sentimenti lenti, che scivolano tra un kebab, uno striscione in autostrada e quella Kia dove tutto è cominciato. La band a pochi giorni dalla loro partecipazione all’edizione 2022 memorabile di MI AMI Fest, ci racconta le 9 tracce future-pop che compongono il disco, destinate a risuonare e risuanar ancora quest’estate nei principali palchi italiani.

Bustine di te – Nata una mattina d’inverno, la stagione più fredda dell’anno e del cuore. Quando le stoviglie e le bustine di te abbandonate nel lavandino ricordavano la presenza di una persona, che evidentemente se ne era andata, e aveva lasciato un vuoto. Se un’alternativa non esiste la chiedo al cielo, le stoviglie diventano lampade magiche ma strofinarle non servirà, i miei orizzonti si restringono, obbligati dalla cornice di una finestra.

Matteo Davvero – parla semplicemente della notte più bella. Tutti abbiamo, tra i nostri ricordi, una notte talmente magica da essere etichettata come “la più bella della vita”, ecco, io la ricordo così, come un momento di felicità estrema (tanto che: “se fossi morto, sotto a quel cielo…), di consapevolezza nella condivisione di quel momento con la persona giusta (allora), dei 2500mt di un vulcano, della via lattea che sembra interpretare ogni tuo sogno come meglio non avrebbe potuto.

Nessuno sveglio – nasce a casa dei miei genitori, una notte che, fumando una sigaretta in balcone, sentii l’inizio di un temporale. Ne rimasi estasiato, per la sua grandezza, per la sua gentilezza. Metafora descrittiva di un momento della vita talmente incasinato da impormi di tornare a vivere con i miei per qualche mese (dopo anni fuori casa). La pioggia che lava via i pensieri, che ti manda a letto e ti concede un impagabile momento di raccoglimento con te stesso.

Persol feat Ibisco – Se guardiamo al lato “pratico” il featuring con Ibisco è nato perché nei mesi precedenti alla nostra collaborazione Filippo aveva pubblicato dei singoli che ci avevano davvero colpito, ci sembrava quasi che parlassimo della stessa provincia, che avessimo le stesse immagini in mente. Quindi ad un certo punto abbiamo deciso di contattarlo e dirgli: “Ehi, secondo noi dovremmo proprio scrivere qualcosa assieme”. Persol parla delle cose perse e mai dimenticate. Sono quasi sempre gli oggetti a richiamare una memoria, in quel momento, avevo in mente un paio di occhiali…

Arabo – è figlia delle notti che diventano albe, della techno come via di fuga dalla realtà opprimente di provincia. Di una Milano che seduce, tanto da farti sentire piccolo in certi frangenti della vita. Sai essere all’altezza di una metropoli, sai stare al passo dei tuoi sogni, lo vuoi davvero? Noi non lo sappiamo ancora ma, un panino in circonvallazione prima di rimettersi in macchina per tornare a casa dopo una notte matta può salvarti la vita.

ER658SR – con questa traccia (il titolo è la targa di una delle nostre macchine, indovinate di chi!) volevamo credo esaltare l’autenticità del nostro stare assieme come Aftersalsa. Una sera eravamo in studio e, con il telefono attaccato all’impianto, abbiamo iniziato a riascoltare i vocali presenti sul nostro gruppo WhatsApp. Metterli in ordine e dargli un senso è stato fin troppo facile, i temi erano quelli e non avrebbero potuto raccontarci meglio.

Patente – Racconta di serate allo stadio e di notti nei club, di momenti ed emozioni con persone incontrate per caso. Rapporti talmente fugaci da lasciare un segno, a volte più profondo di altri, più vissuti ed elaborati. Rischiare la patente fissando le tue labbra non è stato un errore.

Guardiania – In una relazione a distanza si vive spesso di bei ricordi, di immagini che non devono sbiadire, fino al successivo incontro. Il difficile sta nel riuscire a non inquinare quei ricordi con paranoie inutili, che rendono tossica l’attesa. E’ solo che quando percepisci l’eccezionalità vera di un rapporto, anche pensare di essere in trincea (noi come soldati) per difenderlo, ti fa sentire vivo.

Non credermi – E’ una autoriflessione sul quotidiano. Non esiste cosa peggiore, dell’essere fermi, immobili, come quando devi affrontare due ore di traffico al giorno per andare al lavoro. Quando sei incolonnato sei fermo, e come in bici, perdi l’equilibrio. Un equilibrio che quando manca ti opprime i polmoni e ti toglie l’aria (vite rovinate). In quel momento tutti i pensieri si ingigantiscono, non vuoi cadere e ti ripeti “vai avanti lo stesso”.