Ci sono canzoni urgenti (per i temi trattatati e per l’epoca in cui sono nate) e dischi destinati ad essere eterni. Tra questi deve trovar spazio nei vostri sentimenti e nella vostra libreria musicale Socialismo Tascabile (Prove tecniche di trasmissione): il primo album del gruppo reggiano Offlaga Disco Pax uscito nel 2005 e che oggi festeggia il ventennale con un tour in cui il collettivo neosensibilista (scioltosi nel 2014 dopo la morte prematura di Enrico Fontanelli) porta in giro per i club e festival italiani -in una formazione a tre composta da Max Collini, Daniele Carretti e il polistrumentista Mattia Ferrarini– le nove tracce (e non solo) di un disco pietra miliare della discografia italiana.
Invecchiati (bene o male) come ci chiede Max Collini appena si alza il sapario, una generazione che ha ancora bisogno di storie vere, di vere emozioni, e di ascoltare musica che solo musica non è, si è raccolta al Locomotiv Club per la prima di quattro date bolognesi.
La vedo coi miei occhi la gente in prima fila che si commuove (difficile commuoversi con buona parte della musica odierna “confezionata” per le masse) e la pelle d’oca del poeta Collini che, a questa data (la seconda dopo la zero di Livorno) ci arriva visibilmente emozionato.
Basso penetrante, elettronica industriale, la scritta ODP rossa che primeggia sullo sfondo di uno stage “essenziale”, Max inzia a scandire le sue poesie urbane taglienti, storie tutte vere (o quasi) come ama precisare.
Si parte col brano (che apre l’album), la cui storia riguarda il docente di agraria (di un Max Collini studente nel 1986), soprannominato Kappler. Si passa da Cinnamon, in cui attraverso i chewing gum si raccontano i cambiamenti della società e il cui giro di basso è una voluta citazione ad Allarme dei CCCP Fedeli alla linea, pezzo che verrà poi omaggiato dagli ODP nell’encore.
Escursione nell’album Bachelite del 2008 con Dove ho messo la golf? per poi ritornare a Socialismo Tascabile sulle note di Enver – che si ispira ad Enver Hoxha, dittatore dell’Albania, brano che come ci spiega Collini deriva in realtà da una citazione all’interno della canzone Un’emozione da poco di Anna Oxa (il cui vero nome è appunto Anna Hoxha)- e a Tono Metallico Standard “alternativi dei miei coglioni”.
Sensibile scandisce il ritmo della seconda parte di live, aprendo la strada a Khmer Rossa, la storia di una giovane Ylenia che voleva cambiare il mondo e alla Rapsodia Boema Tatranky ambientata in una Praga dei giorni nostri, in cui Collini sottolinea la differenza, a volte astratta, tra un regime imposto con i carri armati ed uno imposto più sottilmente col dollaro, il marco, l’euro.
Binario morto dei sentimenti, arrivano Parlo da solo e Defonseca, per poi spostarsi in un luogo che ci piace chiamare la Piccola Pietroburgo. Si parla ovviamente di Cavriago, in provincia di Reggio Emilia e della piazza del “sindaco onorario e compagno” Lenin. A chiudere questo percorso ed ad anticipare i ringraziamenti di rito, ma cosi sentiti, è Onomastica.
Ma non finisce qui: Solo tu.. Solo tu.. dopo la già sopra citata cover di Allarme, arrivano attese, a chiudere il cerchio magico di Socialismo Tascabile, Piccola Storia Ultras e Roberspierre, e a Max Collini sorge spontanea una domanda: “Cosa avrebbe pensato Enrico di questo tour? Si vabbè ok però io ero più bravo.”
Saluti. “Offlaga Disco Pax. Tutto il resto è resistenza”