Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Colapesce, Dimartino, Musica leggerissima

“Musica leggerissima” è il singolo con cui Colapesce e Dimartino si sono esibiti sul palcoscenico di Sanremo, che da anni è oltre che vetrina musicale, anche passerella di stile. I due artisti siciliani, infatti, omaggiano il contenuto leggero della propria canzone proprio attraverso dei completi semplicissimi, monocromatici, dai colori tenui, quasi a voler richiamare le sonorità marcatamente anni Ottanta del loro brano in gara. Ma seppure sia vero che Sanremo si contraddistingue come il festival della musica leggera (anzi leggerissima, come direbbe la coppia di artisti), Colapesce e Dimartino hanno saputo cogliere a pieno il senso di questo aggettivo, tanto da mostrarci come il voler prendere la vita con più leggerezza, citando Calvino, non significa viverla con superficialità.

La rappresentante di lista, Amare

Ritorna su questi schermi anche La rappresentante di lista, dopo aver fatto parte della kermesse sanremese, con un nuovo brano e dunque un nuovo look. Stavolta a cucirgli addosso l’outfit perfetto ci ha pensato Valentino con due abiti coordinati per Veronica e Dario: del morbidissimo cady per avvolgere con leggerezza i corpi dei due artisti, che rappresentano attraverso la loro musica prima e i loro vestiti poi il concetto di fluidità e queerness al giorno d’oggi in Italia. I loro look stravaganti e coloratissimi sono dunque lo specchio perfetto del mood elettrico, vitale ed energico di tutto ciò che possiamo ritrovare in “Amare”: ovvero quel luogo in cui si può amare (e amarsi) senza avere tanto.

Paul Giorgi, Tigre

Animo naif e dream pop, spunta con una nuova canzone il Sandokan di Ascoli Piceno, aka Paul Giorgi. Artista prima e musicista poi, Giorgi ci porta nel suo mondo fatto di tigri di cartone e pappagalli con la giacca, in un luogo così pieno di piante che ricorda la giungla della Malesia. L’iconografia animalesca semplice e colorata, che ricorda un po’ le immagini da Sussidiario, vuole essere la raffigurazione di una storia d’amore semplice e delicata, come quella raccontata in “Tigre”. Non c’è aggressività ma solo istintualità, come quella che lega in maniera naturale l’artista ai suoi strumenti musicali.

Coma_cose, Fiamme negli occhi

Abiti abbinati, colori sgargianti e fiamme negli occhi…e non solo! Il duo milanese ha saputo infuocare i nostri cuori, non soltanto scaldandoli con un ritornello cocente, ma anche con una scelta in materia di stile che ormai contraddistingue i Coma_cose come gli artisti più cool del momento. Momento di hype (volendo usare una parola a loro molto cara) si raggiunge sul palcoscenico sanremese: Fausto al termine della canzone accende la fiamma sull’anello di cera, rigorosamente rosso, di Francesca. Quale scelta più stilosa e iconica di questa avrebbero potuto mai scegliere?

Bye.tide, Amsterdam

I suoni lisergici e basi elettroniche mi ispirano sempre qualcosa di argentato, lucido, come immagino sia anche l’abito indossato dal duo Bye.tide: tuta interstellare, come quella che si vede nei migliori film di fantascienza ed eccoli pronti a portarci con un solo balzo tra le case storte e i coffeeshop di Amsterdam. E giacché siamo entrati nel mood olandese, non possiamo far altro che rilassarci lasciandoci cullare tra i suoni super chill di Bye.tide.