Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.
Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.
Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.
Colombre, Maria Antonietta, Gomma americana
Un brano che mette insieme malinconia e leggerezza, tra bubble pop anni ’60 e un’energia che ci ricorda Blondie. Il nuovo pezzo della coppia Maria Antonietta e Colombre (Foto di copertina) è una corsa sulle montagne russe tra amore, ricordi e vertigini, ispirata a un vecchio video amatoriale in un luna park. Nostalgia e romanticismo amplificano la metafora della giostra come simbolo di una vita che costantemente hai i suoi alti ma anche i suoi bassi.
Giuro, POPNOIA
Disilluso e autoironico, intriso di pop rock: questo è POPNOIA, il nuovo EP dei Giuro. Quattro tracce nate in totale autoproduzione che mescolano leggerezza e rabbia generazionale, alternando approcci diversi ma tutti legati da un filo comune: la volontà di dimostrare che il pop non deve per forza essere monotono. La produzione essenziale lascia spazio ai testi, specchio di una generazione sospesa tra cinismo e ricerca di senso. POPNOIA è un invito a ripensare il pop come territorio libero, vitale e personale.
MIVERGOGNO, Monolocale
“Monolocale” è il manifesto indie pop di MIVERGOGNO, un pezzo che non lascia nulla agli indugi, la vulnerabilità è messa al centro, ma anche la noia e l’amore, quello che però scade nella routine, e per cui l’unico modo per rianimarlo un po’ lasciarsi, per poi magari anche riprendersi. “Monolocale” è una canzone intima, quasi confessionale: il sentirsi fuori posto, l’imbarazzo e la ricerca di autenticità.
C+C= Maxigross, Ferroviere solitare
“Ferroviere solitario” del progetto visionario e avanguardistico dei C+C=Maxigross è un brano che vibra tra tensione e libertà, un rituale sonoro che parte da un beat minimale per poi esplodere in un crescendo di fiati e cori riverberati. La voce di Anna Bassy ti porta in una dimensione ulteriore eterea, che amplifica il senso di viaggio che i C+C ci chiedono sublinalmente di compiere con loro. Il pezzo evoca uno stato di trance, un invito a scegliere se subire o abbracciare la realtà che ci circonda, trasformandola dall’interno.
Lillo Morreale, Nivuru Munnu
“Nivuru Munnu” di Lillo Morreale è un brano che mette in dialogo due mondi apparentemente lontani: l’elettronica ambient e la tradizione musicale mediterranea. Su un tappeto cupo di sintetizzatori e drum machine si innestano bagliori di baglama, percussioni ancestrali e riverberi sospesi, creando un paesaggio sonoro che oscilla tra ipnosi e trance. La voce ripete una frase criptica in dialetto agrigentino, diventando così un mantra che amplifica il senso di rito e crea una connessione con l’arcaico e l’ancestrale.
IOSONOUNCANE, I diari di mio padre
La colonna sonora de “I diari di mio padre” (Tanca / Trovarobato) – documentario firmato da Ado Hasanovic e presentato in questi mesi in giro per le sale europee – è la terza uscita della collana “Il suono attraversato”, dedicata alle musiche scritte negli ultimi anni da IOSONOUNCANE per cinema, teatro e sonorizzazioni.
In playlist
Andrea Laszlo De Simone – Quando GUARDA IL VIDEOCLIP
Brucherò nei pascoli ft. Lamante – Tua da far paura ASCOLTALA
ceneri – Sbalzi d’umore GUARDA IL VIDEOCLIP
OvO – Cobalto ASCOLTALO
NOVAMERICA – Vivere tanto per vivere ASCOLTALA
Bhadmari – lasolitudinefafarecosestupide ASCOLTALA
YOF ft. Lauryyn – Zero ASCOLTALA
Massimo Silverio – Zoja ASCOLTALA
Andreotti – 2C -B ASCOLTALA