Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Joan Thiele, Allucinazione

bandida, santa, vulnerabile, invincibile”, tutte queste sono le sfaccettature di Joan Thiele (foto di copertina) e della sua “Allucinazione”, il suo nuovo singolo che vibra di libertà e lucida rabbia. In questo brano, se la sua voce è un arma, le chitarre distorte sono una carezza, un’onda leggera del mediterraneo. Anche qui le suggestioni cinematografiche western si fanno spazio in paesaggio torrido, delle praterie.

Nu Genea, Sciallà

I Nu Genea non potevano che ritornare in un periodo migliore, regalandoci un’ode alla leggerezza, proprio all’inizio dell’estate. Un antidoto sonoro contro le energie negative di questi giorni pieni. Il groove è inconfondibile: percussioni calde, synth avvolgenti, e una linea vocale che è al tempo stesso liberatoria e ipnotica. Il brano si muove tra disco mediterraneo, funk e accenti latini, con una naturalezza che solo il duo partenopeo sa creare. Ascoltare “Sciallà” ti porta direttamente su una terrazza al tramonto, con il mare davanti e nessun pensiero che ti attraversa la testa.

Thruppi, Giovanni Truppi, Thruppi

“THRUPPI” è un atto di coraggio, che unisce due generazioni e le fa dialogare su un terreno comune, che è sì Napoli, ma non solo. Il disco suona vivo, ibrido, vero: una miscela esplosiva di cantautorato, rap, noise, elettronica e poesia cruda. Le voci si sovrappongono e si ascoltano, si contaminano senza sovrastarsi. I testi affondano nella carne: parlano di solitudini, di città e lutti, con un realismo che sfugge alla retorica. L’estetica è scarna come la copertina: può girarsi di spalle solo chi non ha paura di mostrarsi per intero.

SUPERMARKET, Sympathia

“Sympathia” dei SUPERMARKET è un album che non ti aspetti, corale e profondo, sa essere insieme un urlo e un abbraccio generazionale. Come un caleidoscopio, l’album del collettivo di Bolzano riflette le mille sfumature e sfaccettature degli artisti che lo compongono, così come dei generi che lo caratterizzano: sonorità elettroniche e drum and bass, mai eccessive, accompagnano un racconto che tocca dei nervi scoperti senza mai forzarli, senza eccesso di retorica.

alessandro fiore, BAR APOLLO

“BAR APOLLO” è un’opera prima sorprendente, un concept album che si muove tra la canzone d’autore e la psichedelia lo-fi, con lo sguardo puntato su orizzonti interiori più che geografici. Il collettivo pugliese costruisce un racconto musicale intimo e immaginifico, in cui l’evasione diventa introspezione e i luoghi – Terra, Città, Bar Apollo – sono metafore emozionali di alienazione, rifugio e ritorno. Le sonorità si muovono tra l’eleganza rarefatta dei Kings of Convenience, le trame lisergiche dei Tame Impala e la dolce malinconia del miglior cantautorato italiano. Il risultato è un EP che vibra di sincerità, dove synth intermittenti e melodie sospese disegnano una traiettoria onirica ma concreta. L’estetica del progetto, calda e sfocata come un ricordo estivo, amplifica l’impressione di trovarsi davvero in quel bar dimenticato dal tempo, dove forse non si trova la verità, ma almeno un po’ di sé stessi.

Frah Quintale, Lampo

“Lampo” è un brano che pulsa come un cuore colto alla sprovvista, travolto da un incontro che squarcia la routine come un temporale d’agosto. Musicalmente si muove su un equilibrio delicato tra malinconia e trasporto, con arrangiamenti caldi, notturni, e una voce che racconta con autenticità la fragilità del desiderio e la vertigine dell’imprevisto. È una canzone che sa di notti insonni e di corpi accesi, di speranze che sembrano irragionevoli ma che, proprio per questo, ci fanno sentire vivi. L’estetica del progetto – tra magia urbana e realismo emotivo – accompagna perfettamente la narrazione: un lampo, appunto, che illumina solo per un attimo, ma che cambia tutto.

Mivergogno, Cura di te

“Cura di te” esce nei giorni che precedono l’estate, ma sa ancora di primavera, dolce e poetica. Si percepisce una sottile malinconia, ma è la felicità (seppur precaria) a prendere il sopravvento, quella felicità che non ha bisogno di certezze per brillare. Il nuovo singolo di mivergogno è un inno tenero alla fragilità contemporanea.

WISM & Perenne, Pubblicità

“Pubblicità” è un piccolo concentrato di leggerezza, che restituisce la complicità musicale tra WISM e Perenne. Il brano gioca col pop elettronico e il rap, muovendosi su groove funky e texture morbide, senza mai perdere lucidità, è chill ma mai banale. C’è ironia, c’è stile, c’è la voglia di far muovere testa e pensieri con lo stesso ritmo: ti arriva dritta, senza sforzarsi di piacere.

 

In playlist

georgia, georgia, slow down  ASCOLTALA

Brucherò nei pascoli, Call Me Resurging (EP) ASCOLTALO

Ministri, Avvicinarsi alle casse GUARDA IL VIDEOCLIP

Matteo Alieno, Ansia  ASCOLTALA

Dimensione Brama, Goodbye, cuore da killer  GUARDA IL VIDEOCLIP

Samuel, Maree ASCOLTALO

Marco Giongrandi, The Doors and the Book  ASCOLTALA

Generic Animal, La Lingua  ASCOLTALA

Katana, Koala, Kiwi , Radici – Macadamia Remix  ASCOLTALA

Little Pieces of Marmelade, Family Therapy  ASCOLTALA