La primavera, si sa, è una stagione particolare: la stagione dell’amore, la stagione dei fiori, la stagione della rivoluzione e della rinascita, del risveglio e del perdono. Proprio su queste basi hanno giocato gli Inude: attraverso 7 tracce ci raccontano lussuria, tradimento, finzione e pentimento. Un disco sospeso tra sonorità elettroniche contaminate dal caldo soul e da un pop sperimentale e innovativo. Un disco maturo, in cui trovano spazio gli sbagli e le scuse, le ferite e la guarigione, i tradimenti, la solitudine e infine l’assoluzione.

In attesa di vederli live, nel tour che partirà questo giovedì 19 maggio dall’Arci Bellezza di Milano, abbiamo fatto due chiacchere con loro.

Ciao ragazzi! Il vostro nuovo EP “PRIMAVERA” rispecchia l’esplosione di stupore e spensieratezza, ma anche di confusione mentale e non, che ci ritroviamo spesso a vivere in questa particolare stagione di passaggio. Cosa volevate trasmettere con queste 7 tracce? E perché avete scelto proprio questa stagione?

Queste sette tracce sono letteralmente frutto di un’esplosione artistica, scritte e registrate d’istinto nel giro di pochi mesi, come la primavera d’altronde: è un’esplosione meravigliosa e la natura fa tutto in pochissimo tempo prima di lasciare spazio al caldo ardente dell’estate.

Come trovate le sonorità giuste per accompagnare le vostre parole? O viceversa.

Non c’è una regola precisa, sicuramente in una prima fase domina la musica che dà il via al tutto.
In questo caso, spesso e volentieri, si è partiti da un groove di batteria perché, quando abbiamo deciso di scrivere, Fabrizio (il batterista che ci segue nei live e che ha partecipato alla produzione del disco) ci ha inviato un pacchetto di loop di batteria registrati da lui. È assurdo quanto un ritmo possa svoltarti o darti l’idea per scrivere una canzone.

“A place for my skin/you are”. Nel vostro precedente lavoro, “Clara Tesla”, l’amore era uno dei filoni principali: c’era chi lo stava incontrando, chi perdendo, chi stava attraversando un momento di crisi. Cosa è cambiato? E in che misura l’amore fa parte di questo nuovo disco?

L’amore non smette mai di darci forti scossoni emotivi e fisici, poi considerato il fatto che scriviamo tutti e tre puoi solo immaginare quanto sia un’esigenza equamente distribuita quella di scrivere delle proprie personali esperienze. “There was no way out love” è la frase dell’ultimo singolo che ha trainato l’EP verso l’uscita, direi che la dimensione dell’amore in questo disco sia racchiusa al suo interno. Accettare e “arrendersi” all’amore in tutti sensi è il modo migliore di vivere.

Se poteste suonare in qualsiasi festival italiano e non, quale scegliereste e per quale motivo?

L’elenco dei festival ai quali ambiamo sarebbe molto lungo considerando che in tutto il mondo ci sono dei festival che si svolgono in posti meravigliosi e con un quantitativo di gente da capogiro. Ne sparo uno: Glastonbury Festival (UK) perché nel periodo adolescenziale passavo pomeriggi a guardare video live delle mie band preferite e i video di questo festival erano assurdi. Quest’anno comunque realizzeremo un piccolo sogno cioè quello di suonare ad un festival molto rinomato (non possiamo ancora annunciare niente) ma vi possiamo dire che sarà a Montreux (CH), siamo gasatissimi!

Qual è il brano di “PRIMAVERA” che dovremmo ascoltare in questo momento e perché?

In questo momento siamo molto carichi per l’inizo del tour e abbiamo il bisogno reale di condividere la musica da un palco, sprigionando quanta più potenza possibile. “Ok, it’s Monday” è uno dei pezzi più carichi dell’Ep e live è ancora più potente quindi caricatevi con questo pezzo per prepararvi ai nostri concerti!
Ci vediamo in giro!