Porches è il nome del progetto del produttore e musicista statunitense Aaron Maine. Dopo la recente uscita del suo ultimo album, The House, è approdato in Italia, al Serraglio di Milano, lo scorso 24 aprile. A racchiudere tutto il mood dell’intero live basterebbe la strofa iniziale della prima canzone in scaletta, Now The Water:

“I’ll let the water run
Lower myself into it
Delivers me
And I become clean”

Sul palco, l’americano si presenta come un’artista malinconico, scuro, una posa molto naturale e poco studiata. La sua voce è sconsolata e apatica, in netto contrasto con la sua apparenza angelica, sottolineata dai capelli biondi e dai suoi occhi chiari.
Tutto il concerto è un viaggio, un’esplorazione individuale nello spazio e nel tempo, gli inserti elettronici, diventati un elemento sempre più presente nei suoi nuovi lavori, risaltano al massimo lo stato d’animo di Aaron, creando un’atmosfera distintiva e complessa.

Porches, nonostante la maturità artistica ormai non più in discussione, è alla continua ricerca di conferme da parte del pubblico, che viene ringraziato più volte per essere lì, di fronte a lui, mentre va in scena la messa a nudo dei suoi pensieri e delle sue insicurezze più profonde.

Il set, a dir la verità piuttosto breve, è concluso da Headsgiving, una canzone del suo primo album e fra le più delicate del suo repertorio.

“And in her eyes
I want to die
Before I die the sad kind”

I suoi versi, dal messaggio chiaro, deciso, lasciano il pubblico in uno stato acquatico, quasi fluido, con una sensazione di malinconia che rimane ben oltre l’accensione delle luci della sala.

(ph. Alessandro Lapetina)

E rimane il ricordo più netto di un concerto di un’artista dalla cifra stilistica non sempre facilmente afferrabile, ma senza dubbio unica e del tutto personale.

Qui di seguito la SET LIST

Now The Water
Mood
Find Me
Braid
Be Apart
Ono
By My Side
Anymore
Glow
Goodbye
Car
Leave The House
Understanding
Underwater

encore:

Country
Headsgiving