In un caldo sabato reggiano abbiamo ascoltato e poi incontrato due artisti emergenti del panorama elettronico italiano. Giovanissimo il primo, classe 95 da Caserta, Marco Maiole, dopo due ep ha portato live, nella magica cornice #bytheriver, l’album d’esordio Last for Motifs uscito a febbraio per collettivo HCMF. Un disco che racconta la vita nella grande città a partire dal rush mattutino, contaminato da synth gonfiati, chitarre brillanti fino a ritrovarsi nel bel mezzo di una dance-floor. Maiole ci ha colpito per maturità artistica e musicale nonostante gli appena venti anni.
Marco Solferini aka Reno, da Imola invece, ha scaldato (se mai ce ne fosse stato bisogno) la seconda parte di serata portando sul palco una Synthwave aggressiva dai connotati nostalgici anni ’80. Le tracce sono un tripudio di atmosfere tipiche della filmografia action/horror, un suono caratterizzato da synth oscuri e graffianti, ritmi concitati e un’ importante dose di samples e citazioni disco/funk.

Sull’ormai celebre divano in pelle dell’Ostello quattro abbiamo fatto qualche domanda ai due protagonisti…

Ciao ragazzi abbiamo appena goduto delle vostre esibizioni e che dire siete due ONE MAN SHOW. Il concetto di artista, che fa musica da solo, al centro della scena vi si addice?

MAIOLE: Non potrebbe essere altrimenti, ho avuto altri progetti con band e mi piace molto ma per le mie composizioni sento il bisogno di avere il totale controllo.

RENO: Faccio del mio meglio per rendere lo show il più dinamico possibile, pur non potendo contare sul movimento che una band di più persone riesce naturalmente a creare sul palco. Lavorare e viaggiare da soli ha sicuramente molti vantaggi “logistici”, ma trovare lo slancio per affrontare l’esibizione dal vivo, cercando di renderla anche “bella da vedere” non è sempre facile. Dicendo una banalità: dipende in gran parte dal contesto, dalla location, da quanto è preso bene il pubblico…tutte variabili imprescindibili.

Un live in riva al Po. Come è stata questa vostra “prima volta” all’Ostello Quattro?

MAOILE: Prima volta in provincia di Reggio Emilia, esperienza più che positiva. Un luogo molto suggestivo e persone cariche per le nuove proposte musicali.

RENO: Lo staff dell’Ostello Quattro poi è fatto da belle persone e ammiro davvero l’entusiasmo e la capacitá con cui portano avanti l’ambizioso progetto che hanno messo in piedi.

Nel set di Maiole abbiamo ascoltato una personale cover di “Music sounds better with you” di Stardust , mentre Reno nel suo nuovo singolo “Outrunner” ci rimanda con la mente e con il cuore alla colonna sonora del mitico videogioco anni 80 Out Run. Brani che immagino parlino delle vostre radici. Chi e Cosa vi influenza maggiormente nella stesura della vostra musica?

MAIOLE: Sono un grande fan della musica francese in generale, e il mio stile sicuramente risente delle influenze dei Daft Punk e di tutti gli artisti Ed Banger, ma sono più le situazioni della vita che mi ispirano e mi suggeriscono melodie e atmosfere.

RENO: Il brano “Outrunner”, in realtá è un pezzo mio originale. Capisco però che le sonorità rimandino inevitabilmente alle atmosfere del video-gioco, tant’è vero che mentre scrivevo la canzone ho avuto la medesima sensazione e ho deciso di intitolarla così e realizzarne il video utilizzando parti di game-playing del gioco. In generale tutta la mia produzione musicale rimanda alla synthwave anni ’80, alle atmosfere horror/sci-fi dei film dell’epoca e, volente o nolente, a tutti i cliché di quegli anni. La verità è che ho avuto un’infanzia molto “pop”; questo vuol dire che a casa mia non sono mai mancate le musicassette del Festivalbar, i giocattoli di He-Man, i VHS di Captain Power e le cartucce del GameBoy. Nonostante abbia affinato il gusto con gli anni, credo che il mio background si percepisca ancora molto…e questo non mi dispiace affatto.

Beat&Style: lo dice il nome stesso “vediamo musica nella moda e moda nella musica”. Quale il look con cui vi sentite a vostro agio salendo sul palco?

MAIOLE: Assolutamente un look casual, come nella vita!

RENO: “Anche l’occhio vuole la sua parte”. Penso che la cura di un’esibizione dal vivo non possa prescindere da questa massima. Ora, se avessi saputo che mi avresti fatto una domanda simile, mi sarei sicuramente presentato sul palco indossando il bomber che ho portato a casa da Seoul; è un oggetto pazzesco, pieno di inserti buddisti ricamati a mano, sotto i miei occhi, da un artigiano del luogo.

Torniamo a parlar di musica e della emergente scena elettro pop italiana. Tre artisti da consigliare ai nostri lettori?

MAIOLE: Miami Mais, Brianoize, SpinOFF.

RENO: Avrei una marea di talentuosi amici da raccomandare, ma per evitare conflitti di interesse e non fare torto a nessuno, ecco i miei 3 consigli disinteressati:
– Bruno Belissimo. Ultimamente sono stato sorpreso dal suo sound, davvero ricercato.
– Jolly Mare. Sicuramente non è più da considerarsi emergente, ma sono convinto che ancora non gli sia stato del tutto riconosciuto il talento che ha.
– Kimono Lights. Shoegaze da Ravenna; suoni pazzeschi, anche dal vivo.

Vi salutiamo con un’ultima domanda. Cosa ne pensi di Maiole e viceversa di Reno? Seriamente ragazzi!

MAIOLE: Ci siamo conosciuti questa sera al concerto, un ragazzo molto simpatico ed esperto delle sonorità ed atmosfere 80s che anche io apprezzo tantissimo.

RENO: Non ho alcuna difficoltà a rispondere sinceramente a questa domanda, perché ho apprezzato tantissimo la musica di Maiole, ancor prima di sapere quanto sia giovane. Dico questo con immensa invidia. Scrive con una maturità e un gusto che certo io alla sua etá non avevo e non riesco a immaginare a cosa riuscirà a fare in futuro. Davvero bravo.