Oggi scattiamo una canzone con i bolognesi “rovere”, band che si autodefinisce leggera e superficiale e che scrive tutto in minuscolo! Il successo rapidissimo dei rovere che con il loro primo vero album disponibile anche in mogano hanno raggiunto oltre 10.000.000 di play su Spotify ne ha fatto una delle rivelazioni del 2019. Ma non solo Spotify, questi tre ragazzi sono dei veri animali da live e dopo un intenso tour estivo (anche nei festival più importanti) sono ancora “in giro” per portare il loro indie a tutti i fan che non vedono l’ora di cantare con loro i pezzi che conoscono a memoria. A fine articolo tutte le prossime date del tour della band che, appena dopo l’uscita di ultima stagione

nuovo ep via Sony Music Italia, registra il tutto esaurito per i concerti di Milano, Torino e Bologna e aggiungono una nuova tappa proprio a Bologna, la loro città, il 22 dicembre. Ma ovviamente, prima, come di consueto, la playlist uscita dalle immagini che abbiamo selezionato appositamente per loro. Buona visione e buon ascolto!

Certamente questa foto cattura bene la forte reazione alla globalizzazione che si sta verificando negli ultimi anni.  La prospettiva di un mondo aperto viene spesso offuscata dalla paura di perdere il proprio benessere anche a causa di tipologie di propaganda che, nascondendosi dietro ad un falso pragmatismo, richiamano pericolose ideologie della storia moderna. Sicuramente, in un periodo di grande disparità sociale, identificare come capri espiatori le parti più deboli ed indifese della società  risulta molto semplice ma la banalizzazione dei problemi difficilmente può portarne alla risoluzione.

Society (Eddie Vedder)

Questa ci piace molto perché mostra la naturalezza di un gesto capace di cambiare il mondo. Queste foto dovrebbero essere appese per le strade per abituare tutti all’idea che concedere dei legittimi diritti non lede la propria libertà ma cambia la vita di chi se lo merita.

L’amore conta  (Ligabue)

Per molti probabilmente questa sarà una normale foto casalinga ma noi ci vediamo dentro la nostra band. Prima di tutto il pavimento è in legno (non essendo esperti non sappiamo se sia di rovere), è formato da tanti pezzi che si incastrano tra loro per fornire una superficie solida su cui tanti possono camminare. Abbiamo sempre pensato che unire le nostre idee senza protagonismi potesse davvero tirare fuori il meglio da questo progetto, perché se un listello è piu in alto degli altri il pavimento non funziona e nessuno verrà più a camminare lì. Ci piace anche l’idea che le canzoni possano essere ‘’calpestate’’ e ‘’sporcate’’ ma che così possano servire ad ognuno per percorrere la propria strada.

Costruire (Niccolò Fabi)

Questa si ricollega sicuramente alla prima immagine. Ogni generazione spesso entra parzialmente in conflitto con le precedenti (probabilmente per autoaffermarsi e trovare il proprio ruolo nella società) ma è fondamentale che ci sia una cultura della memoria in modo da non ricadere più nei meandri più oscuri della storia.

io non sono razzista ma… (Willie Peyote)

Sicuramente è un personaggio di rottura, o lo ami alla follia o lo odi. A prescindere dai gusti personali credo che la sua capacità di comunicare in maniera sintetica una visione disincantata e razionale del mondo pur lasciando trasparire la propria fragilità sia inimitabile. Sicuramente ha inciso moltissimo nella crescita musicale italiana.

Gli angeli (Vasco Rossi)

foto credit @ Ilenia Tramentozzi