Eccomi qui con la mia rubrica preferita, nonchè unica, dopo un lungo periodo immersa nella vita quotidiana tra figli (troppi anche se 2) e smart working (troppo anche quello) e…ah sì una pandemia globale. Allora meno male che ci sono “Le buone notizie”, quelle di cui abbiamo proprio bisogno in questo momento; e quale buona notizia se non la musica e una playlist di Sara Loreni (vi ricorderete di lei come la ragazza con la loop station e la erre rutilante tipica della nostra cara città chiamata Parma).

Tornando a noi, abbiamo “scattato una canzone con” Sara che guarda caso è appena tornata con un singolo dal titolo Le buone notizie, preannunciando un nuovo album e regalandoci in questo strano fine 2020 una lista di canzoni veramente interessante.

Dice proprio Sara: “Questa canzone rappresenta una rivincita sulla prepotenza di certi silenzi, sulla disattenzione o vanità di molte persone. Parla di una crisi trasformata in occasione, dell’andare oltre a tutto, anche oltre sé stessi e le proprie paure”.

Detto ciò non vi resta che scorre le associazioni immagini/canzoni sotto, vi auguro un felice anno nuovo e soprattutto tanta buona musica su Beat&Style!

“Lying has to stop” – Soft Hair

È stata una scelta combattuta, guardando l’immagine ho pensato a Mozart, John Cage, Syd Barrett, Shumann, Kurt Cobain (ma poi ho visto che che era il protagonista della quinta foto), La Femme, ma poi l’illuminazione verso un disco che ho amato molto e ho pensato, chi più “cute, but psycho, but cute” dei Soft Hair, coppia superweird formata da Mockasin-Dust? Guardare il video per credere.

“Follow me” – Amanda Lear

Chi non seguirebbe la bionda in quella Lamborghini? È un’immagine di sensualità plastica e metropolitana, un po’ come il sound di “Sweet Revenge”. Sulla copertina c’è Amanda con tanto di frusta e tutina in PVC, nera e lucente come quell’auto “che sa di vernice, di donne e di velocità”. C’è chi venderebbe l’anima al diavolo per farci un giro. E “Faust was right”, dice la canzone.

“1969” – The Stooges

Sul set di “Once upon a time in Hollywood” la immagino come colonna sonora per la passeggiata flemmatica che ha condotto questo simpatico trio davanti alla Porsche 911. Il pezzo fa parte anche della colonna sonora del film, ma rappresenta qualcosa di completamente diverso rispetto alle altre canzoni (e da tutto ciò che accadeva musicalmente in quegli anni). “The Stooges” è stato un disco rivoluzionario che ha anticipato una certa attitudine spacchachitarre. Lo amo moltissimo.

“Formation” – Beyoncé

Anche in questo caso ho fatto parecchia fatica a decidermi, ho pensato a Kendrick Lamar, Nina Simone, Gil Scott-Heron e a Erykah Badu. Poi ho ripensato alle stupide critiche di Rudy Giuliani e ho alzato il pugno con la regina. Smith e Carlos sono saliti scalzi sul podio delle Olimpiadi del ‘68 e con quel gesto (che gli costò la sospensione dalla squadra americana) hanno contribuito alla lotta per i diritti civili. Nel 2016 Beyoncé, con coraggio (e costume) da pantera nera, li ha omaggiati alzando il suo pugno regale durante lo show al super bowl. Che stile.

“Territorial Pissing” – Nirvana

In prima superiore un’amica mi prestò la musicassetta di “Nevermind”. Fu uno schiaffo totale, il mio bisogno adolescenziale di irriverenza era placato da quella franchezza caustica. Come suggerisce la foto, Kurt era dissacrante in un modo così puro e spontaneo da fare il giro, per me appartiene ormai a pieno titolo alla sfera del sacro. Questa immagine in cui che sta dicendo una cosa tipo “nonmenefregauncazzoandateinpaceofotteteviamen” potrebbe essere il santino grunge che molti vorrebbero con sé.