Centinaia di show, una decina di palchi pronti ad accoglie un migliaio di musicisti coinvolti, una “casa” su una superficie di oltre centomila metri quadri dove l’acqua è gratuita per tutti. Da mercoledì 29 agosto a domenica 2 settembre l’Europa dei grandi festival guarda Treviso per la nona edizione di #HF.

L’opening Home Festival è fissato ancora una volta col DAY0, Mercoledì 29 agosto eccezionalmente free entry per tutti con l’esibizione di Ermal Meta, reduce dalla vittoria a Sanremo. #HF18 poi dal giorno seguente inizia ufficialmente coinvolgendo davvero tutti, dall’alternative rock degli Alt-J, di White Lies, di The Wombats e Django Django il giovedì, proseguendo con gli attesi ritorni sulla scena di  The Prodigy, Incubus e Prozac+ il venerdì, con Caparezza e Stato Sociale la domenica e con focus in particolare sul DAY 3 dove oltre alle star mondiali del dancefloor Eric Prydz e Afrokjack la farà da padrona una schiera di agguerriti artisti italiani portando alle stelle il vostro tasso di adrenalina.
A far ballare il pubblico di Home sabato 1 settembre ci penseranno infatti Cosmo, Frah Quintale, Carl Brave x Franco 126 e il fronte rap e trap, genere adorato dai giovanissimi, con la punta di diamante della attuale scena Nitro che torna ad esibirsi live con il suo “Summer Tour”, col nuovo album“No Comment” da cui estratto il singolo “Chairaggione” feat. Salmo.

Per arrivare preparati a questo grande evento di fine estate, abbiamo chiesto proprio a lui, al rapper dei record, concerti sold out in ogni dove e oltre trenta milioni di visualizzazioni sul web, di spararci il suo GIMME FIVE, che, prendendo come riferimento internazionale Kendrick Lamar, da uno sguardo rispettoso al passato, ma ci proietta dritti verso il futuro!

1) Led Zeppelin – Since I’ve Been Loving You 1973 (Live)

Ogni cosa ha un suo inizio, questo è il mio brano preferito di sempre e fa parte della musica della mia infanzia, della musica che mio padre mi fece ascoltare per mia grandissima fortuna. Nicola, prima di mettersi nel mondo del rap, era soprattutto questo. Ovviamente, data la mia prematura età, non potevo capire il viaggio psichedelico che si celava dietro la musica dei Led Zeppelin, ma certamente ha influito nel mio gusto musicale e influisce tuttora, quando sento qualcosa di rock/blues è come se suonasse le corde della mia anima. Riguardo alla musica, beh… giudicate voi. La chitarra di Jimmy Page sembra piangere, e la voce di Robert Plant sembra graffiata da una carta vetrata di sofferenza. Più che musica sembra sesso in formato audio.

2) Janis Joplin – Cry Baby [Live in Toronto 1970]

Stesso concetto del pezzo precedente, cambia il genitore, questa era la musica che ascoltava mia madre. Ogni volta che sento la voce straziante e dolce di Janis Joplin mi viene da piangere al punto che ho quasi smesso di ascoltarla perché non riesco a controllarmi. Mia madre ha influito nei miei ascolti mettendo molta black music nello stereo del suo negozio in cui io vivevo perché entrambi i miei genitori lavoravano troppo.

3) Cypress Hill – I Ain’t Goin’ Out Like That

Ecco il pezzo che rappresenta la chiave di volta nella mia vita. Avevo circa 10 anni. Il primo pezzo rap che ho ascoltato. C’era qualcosa di diabolico nell’atmosfera della musica dei Cypress Hill, qualcosa di oscuro e tenebroso ma al contempo affascinante. Ascoltare questo disco era come fare parte della copertina, riuscivi veramente a visualizzare quella foschia fumosa esaltata dal chiaro di luna, che si stagliava sulla collina dei cipressi, un’immagine spaventosa quanto affascinante. La prima volta che sentii il giro di basso di questo brano mi sentii pervaso da brividi lungo tutta la schiena, a quel punto pensai: “voglio fare questo per tutta la vita.” Destino?

4) Hed Planet Earth – Killing time

Contemporaneamente al rap, il crossover divenne parte integrante della mia musica da adolescente. Ero già affezionato alla musica dei Korn e dei Rage Against The Machine, poi casualmente conobbi gli Hed Planet Earth, un gruppo che aveva tutte le mie influenze: rock, metal, rap e quel pizzico di reggae che già Busta Rhymes (il mio rapper preferito) metteva attraverso gli extrabeat, date anche le sue origini giamaicane. Me li fece ascoltare un amico che aveva uno skateshop nel mio paese (bella Thias!) e mi innamorai istantaneamente della loro musica. Ho avuto pure la fortuna di vederli dal vivo e di portarli a casa mia a festeggiare insieme. Un’esperienza mistica. Beh la loro musica è uno schiaffo a mano aperta su tutti i fronti, inimitabili.

5) Busta Rhymes – Put your hands where my eyes can see

Dopo la mia prima esperienza con la scena soprattutto della West Coast, Busta Rhymes mi fece impazzire per il rap di New York, che poi diventò la mia più grande influenza nel rapping. Nel mezzo dei ’90 i suoi video erano qualcosa di incredibile, di mai visto, non sembravano neanche video rap. Unico.

Il performer live più forte che abbia mai visto nella mia vita. La mia più grande influenza. Tutto questo prima dell’impatto del rap italiano, successo quando avevo circa 13 anni, e ho cominciato subito a cimentarmici.

6) bonus…  Kendrick Lamar – Bitch, Don’t Kill My Vibe

Ho citato solo cose del passato, ma ovviamente ascolto un sacco di musica nuova e mi piace pure tantissimo. Tra tutti King Kendrick direi che è il nuovo rapper intergenerazionale, l’unico che potrebbe raggiungere Eminem, sotto tutti gli aspetti. Uno sguardo rispettoso al passato, ma proiettato verso il futuro e mai pregiudiziale verso le nuove correnti musicali. Modello di vita artistica, sicuramente.