Che vi piaccia o no l’electroswing, quello andato in scena al GruVillage Festival è stato uno show unico nel genere.
Dall’alto del suo milione di like su fb e della sua console posizionata maestosamente al centro del palcoscenico, Parov Stelar ha riportato in Italia il suo spettacolo in movimento (600 e più concerti all’attivo) per presentare, ad una nutrita schiera di fan storici e non, il suo ultimo lavoro The Burning Spider. Un album che in un certo senso, come il producer stesso racconta, vuole sancire un leggero cambiamento nel corso musicale fin’ora intrapreso o meglio dimostrare che Parov non è solo swing ma tanto altro.

Il live è una meraviglia per gli occhi ammaliati da un potente visual show e per il corpo grazie ad un incalzante sound portato in scena dalla band completa di 6 elementi tra cui spiccano il carisma della singer Cleo Panther e gli assoli di Max the Sax. In uno spettacolo in cui volutamente la band ripercorre brani storici dell’ampio reportorio swing di Parov, tra cui The Mojo Radio Gang e All night Long, Josephine, nella set list trovano spazio brani del nuovo album tra cui Cuba Libre e Mama Talking, ma non i brani che definiremmo del “nuovo corso” artistico tra cui avremmo tanto voluto sentire Step Two e la stupenda All grow up. Marcus Füreder trova invece spazio a metà show per una dedica speciale alla città di Torino da cui è partita la sua carriera da dj al di fuori dei confini austriaci e saluta il pubblico accorso, presentando il, probabile, prossimo single videoclip del raffinato brano Beauty Mark cantato da Anduze.

Facendo un passo indietro, prima del producer austriaco e della sua band, a salire sul palco e a riscaldare, anzi a surriscaldare letteralmente il pubblico del GruVillage, è stato il collettivo torinese The Sweet Life Society e il loro re­styling della Swing Music condita con colpi di Reggae e Dub. Applausi anche per loro.

Credits: testo a cura di Giulia Gozzoli e Marco Iemmi – Photo di Marco Iemmi