Dear white people, non abbiamo il ritmo nel sangue. La gara della gioia nella musica la vince la black music. Me ne sono accorta negli ultimi due anni, rispettivamente al concerto di Anderson Paak prima (lo scorso anno a Verona) e a quello di Ms. Lauryn Hill venerdì sera a Parma al Cittadella Music Festival.

Lei, come hanno detto tutti, è una regina, una bomba sul palco, una diva che si può permettere anche 45 minuti di ritardo.
Poi sale sul palco con quella Band, di quelle con la B maiuscola, delle coriste paurose e un dj in apertura che forse potevamo aspettarla anche un’ora e mezza. Il vestito bianco a balze, un giga cappello, occhialoni scuri e una voce che non puoi non emozionarti.

Canta per un’ora e 15 circa, non tanto effettivamente, ma quanto basta per portare il pubblico fuori dalla cittadella, nel mondo magico della musica. La gente scappa dalle sedie (che non si capisce bene chi pensava si potesse stare seduti ad un concerto simile) non appena partono le prime note, tutti ballano, il feeling che si crea tra parterre, band e la nostra Ms è davvero incredibile.

Le canzoni fondamentali ci sono tutte, 20 anni di Miseducation e non sentirli, 4 pezzi anche dei Fugees, un paio di cover tra cui Can’t Take My Eyes Off You di Frankie Valli e la folla è in delirio.

Canta, ammalia Parma, vocalizza, rappa e mi fa pensare che a 43 anni con 5 figli vorrei arrivarci anch’io così. Le critiche degli ultimi anni al suo carattere, alle sue bizze, ai suoi eccessi, se qualcuno le aveva in testa, sono volate via.

Finisce tutto con Doo Wop “that thing” e 15 minuti di bagno di folla, niente bis, solo autografi e amore per Parma.

Me ne vado con la musica che mi scorre nelle vene, felicità per aver visto uno show emozionante oltretutto nella mia città. Posso anche bere due birre post concerto, tanto vado a casa a piedi.

photo credit: Marco Iemmi