In Clio and Maurice voce e violino si scontrano e si fondono, alla ricerca di una dimensione comune. Il duo impossibile, composto dalla cantante soul Clio Colombo e dal violinista Martin Nicastro (già Pashmak) affonda le sue radici nella Milano dei più noti locali (Arci Biko, Mare Culturale Urbano, Love, Gattò) dove si esibiscono fin dagli esordi e nel Santa Clara Studio dove da inizio 2020 hanno prodotto, registrato e mixato i nuovi singoli con la supervisione di Giuliano Pascoe. Nel mezzo un tour solcando palcoscenici in Francia, Germania, Olanda, UK e Marocco grazie al sound dal respiro internazionale che li contraddistingue.

Dopo il singolo d’esordio Lost che li ha visti anche in rotazione su Rolling Stone e MTV, arriva Friend un nuovo capitolo per il duo, brano nato durante lo strano periodo di quarantena vissuto nella città meneghina.

“Gli archi vengono orchestrati e manipolati grazie all’utilizzo di effetti e pedali,
formando i paesaggi sonori dove la voce è protagonista.”

La loro musica è frutto dell’unione di diverse influenze, fuse nel minimalismo della loro formazione atipica: dal soul di Nina Simone, fino al pop sperimentale degli ultimi lavoro di Arca, Björk e James Blake. Con queste premesse abbia colto l’occasione per chiedere a Clio and Maurice di selezionare 5 brani fondamentali per il loro percorso e raccontarceli.

Jóga – Bjork

Quando nel 1997 uscì Homogenic di Bjork fu una vera e propria rivoluzione musicale, e per noi quella rivoluzione ha conseguenze ancora oggi. I primi a mettere insieme rave culture, elettronica sperimentale, pop, musica eurocolta e radici popolari sono stati Bjork e i suoi collaboratori in questo disco: i Radiohead non sarebbero mai arrivati a scrivere una cosa come Kid A/Amnesiac senza il loro lavoro. Jóga rappresenta tutto ciò con la potenza e la focalizzazione di un singolo straordinario e ogni elemento che la compone è al livello più alto per noi immaginabile.

BAGDAD – Rosalía

BAGDAD è un pezzo che ci ha colpito molto del secondo album di Rosalía. Noto per avere all’interno una hit incredibile come MALAMENTE, il disco è in realtà molto di più: un concept album incastonato tra flamenco, pop sperimentale e musica sacra, tra radici medievali e proiezione verso il futuro. Abbiamo scoperto questo brano la scorsa estate, proprio mentre recuperavamo moltissimo pop anni ’90: il fatto che si apra con una citazione di Cry Me a River di Justin Timberlake, che infatti figura tra gli autori, è stato come il chiudersi di un cerchio.

 

Retrograde – James Blake

Se a Bjork guardiamo come a una madre musicale senza la quale nulla di noi esisterebbe, James Blake è come un fratello maggiore, lontano di parecchi anni, al cui talento ed esperienza si guarda come qualcosa di irraggiungibile. Questa canzone ha segnato un punto di non ritorno negli ascolti della nostra tarda adolescenza ed è la dimostrazione di come la musica più pura e luminosa possa nascere dai momenti più bui dell’esistenza.

 

home with you – FKA Twigs

Se esistessero ancora i CD questo lo avremmo praticamente distrutto per la quantità di volte che lo abbiamo ascoltato e ogni volta che lo facciamo scopriamo qualcosa di nuovo, tante sono le stratificazioni di scrittura, produzione e arrangiamento. Questo pezzo in particolare, oltre a essere piuttosto dilaniante, è interessante per la sua duplicità e per il modo in cui si collegano le due anime di cui è costituito: non più strofa e ritornello ma due canzoni, opposte per mood e contenuto, tra cui FKA riesce a oscillare con abilità e coraggio per ben due volte nel corso del pezzo.

 

CNN Predicts a Monster Storm – Kronos Quartet, Laurie Anderson

Mentre cercavamo un po’ a tentoni di trovare un modo di coniugare archi, elettronica e voce è apparso nelle nostre vite questo disco, quasi come un fulmine a ciel sereno. I toni sono scuri e decisamente apocalittici (tutto il disco, Landfall, è un concept album sulla distruzione causata dall’uragano Katrina), ed è una dimostrazione di quanto suono può ancora regalarci uno strumento piuttosto antico come il violino, specie se potenziato dalla tecnologia.