Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

I Hate My Village, Artiminime

Allucinazioni, colori acidi, figure antropomorfe e mostruose allo stesso tempo. Questa è “Artiminime”, il nuovo singolo con cui ritorna la super band degli I Hate My Village. La sperimentazione sonora si riflette in una jam vorticosa e visionaria che sfida le convenzioni musicali per generare una performance impetuosa, imprevedibile e sempre geniale.

 

Coca Puma, Panorama Olivia

Cappellino teso sugli occhi, un’attitude urban, passione per la musica brasiliana e per l’elettronica: “Panorama Olivia” è il nuovo album da solista per l’artista romana Coca Puma (foto di copertina). Dieci tracce di sperimentazione che vagano fra dream pop, ambient e post rock e in cui l’artista ci trasporta in atmosfere rarefatte e momenti malinconici, eppure tutti i brani ti abbracciano, ti stringono e ti fanno venir voglia di non uscire mai più dal “Panorama Olivia”.

WEIRD BLOOM, Stargate

Lontano dall’estetica post-hippie del suo precedente album “Blisstonia”, qui Weird Bloom, moniker di Luca Di Cataldo, abbraccia un suono più duro e crudo, guidato dai riff senza tempo di “I’m a Razorblade” e “Dum Dum Boogie”. “Stargate” diventa quindi un omaggio al glorioso universo glam-rock degli anni ’60 e ’70, in cui si evince l’amore per un’epoca immortale e spensierata in cui (anche musicalmente) tutto sembra concesso.

Her Skin, Karen’s Couch

Couch surfing, baci dati ad uno sconosciuto e quella costante sfortuna di ritrovarsi sempre con chi non è sentimentalmente predisposto. A raccontarci tutto questo ci ha pensato Her Skin con il suo nuovo “Karen’s Couch”, un brano dalle sfumature malinconiche che ricorda il suo precedente “Practical Magic” aggiungendo però quel tocco magico e liberatorio di chi ai sogni ci crede, ma riesce a restare anche ben radicata alla realtà.

RBSN, Babanero

Un caleidoscopio non solo visivo ma musicale quello di RBSN che con il suo nuovo singolo si discosta dal precedente con Marco Castello: stavolta lo vediamo in collaborazione con Naima Adams, artista di base a Londra già parte del collettivo Touching Bass. In Babenero scopriamo tutte le sfumature più non convenzionali della musica di RBSN: vediamo fondersi così afrobeat e soul psichedelico. Un ascolto che non ti aspetti.

Gaia Morelli, La Natura delle Cose

Un disco naturale e personale quello di Gaia Morelli: “La Natura delle Cose” somiglia ad uno di quei romanzi di formazione in cui il personaggio ad ogni capitolo cambia, ma in fondo deve affrontare una lotta interiore per rimanere coerente a se stesso. Ogni brano del disco sembra essere propedeutico al seguente, tutto si muove in maniera fisiologica, come è, per l’appunto, nella “natura delle cose”.