Il dolore per la fine di un rapporto, il sentirsi insicuri e diversi ma la voglia di accettarsi e prendere la propria strada perchè “stare male è una terapia inevitabile”, tutto questo è Precipitazioni, un viaggio autoanalitico alla scoperta di CRLN, delle sue emozioni e delle sue paure.

I 10 brani che compongono l’album, tra cui il nuovo singolo In un mare di niente rilasciato via Macro Beats, sono interamente scritti e composti da CRLN stessa, avvalendosi anche di importanti collaborazioni, e in questo percorso la sua delicata voce viene accompagnata da beats elettronici e freschi che inseriscono alla perfezione l’album nel panorama indie-pop italiano attuale.

Di cambiamento, di metafore, di vissuto personale, di artisti, di amicizie e di famiglia abbiamo parlato in questa personale intervista.

 

A 2 anni di distanza dal debut ep Caroline arriva il tuo primo album Precipitazioni. Cosè cambiato da ieri ad oggi o è in un certo senso il prosieguo di un cammino.

Certo, delle cose sono cambiate. Le produzioni sono diverse ma il modo di approcciarmi alla scrittura nella maggior parte dei pezzi è lo stesso. Il significato che ha la mia musica per me non è cambiato. Rappresenta sempre una forte fonte di sfogo.

Dal titolo dell’album ai nomi di diverse tracks si fa riferimento ai fattori atmosferici, al cielo, all’acqua. C’è un suo filo logico?

Non dico che sia un concept album, ma ci si avvicina molto ecco.
Le precipitazioni sono il tema principale, ma in alcuni casi si trasformano nella loro metafora: le lacrime. Principalmente sono lacrime di tristezza, che io poi sono solita esternare essendo una persona a tratti fragile e insicura. Quando invece le precipitazioni rientrano nella cerchia atmosferica, cerco di fonderle con altri fattori meteorologici.

Ascoltando il disco ci sono raccontate tantissime situazioni in cui in fondo ognuno di noi ci si può specchiare. In particolare in Blu c’è del vissuto personale?

In ogni pezzo c’è parte del mio vissuto personale. Dai fogli pieni di insulti alla rabbia che c’è nel ritornello. Sono tutti spezzoni di vita che sono riuscita a catturare in quegli attimi di tensione.
Mi piace il fatto che ci si ritrovino molte persone. Da una parte è anche confortante.

E’ uno degli artisti italiani più apprezzati del momento. Com’è stato collaborare con Dutch Nazari nel vostro singolo di successo Da capo.

Dutch è un amico, una persona particolare e bella. Scrivere sullo stesso pezzo ha solo fatto in modo che ci potessimo conoscere meglio. Lo stimo molto sia artisticamente che umanamente.

Sono felice che Da Capo sia stata apprezzata così tanto e che sia finita in viral50 su Spotify.

Altri artisti con cui ti piacerebbe collaborare in futuro e che, magari, hanno uno stile diametralmente opposto al tuo.

Il sogno di una vita è quello di collaborare con Samuel dei Subsonica. Se rifletto invece su un artista diametralmente opposto a me di certo mi viene da pensare a qualcuno che fa trap, un genere che ora va tanto ma che con me c’entra davvero poco. Rkomi è uno dei pochi che apprezzo.
La cosa più assurda sarebbe anche collaborare con qualcuno che scrive e compone solo pezzi allegri, quasi “da discoteca”, che è un concetto che va a sbattere con l’idea che ho di me come artista.
Mi viene in mente tutta quella scena che riprende le sonorità anni 80. Da Giorgio Poi a Enne.
Verrebbe sicuramente fuori qualcosa di strano. A me piacciono le cose strane.

Tornando all’album mi ha colpito in Con tutti i miei difetti la frase Mi basto io, la solitudine non mi spaventa”. E’ un grido all’autostima, al volersi bene, al farcela anche da soli, alla difficolta di amare e di essere amati?

Non voglio sfatare il mito che gli ascoltatori si sono fatti di questo pezzo, però anche questo brano riprende dal mio personalissimo vissuto ed è uscito fuori dalla fine di un’amicizia.
L’amicizia per me è importante come l’amore. Quindi i miei affetti si contano sulle dita di una mano e ci tengo a coltivarli al meglio. Poi tendo sempre ad essere “servile” e solidale con chi perde tempo ad ascoltare le mie paranoie e consigliarmi. Quindi è stato un colpo forte dover chiudere quel capitolo della mia vita, specialmente in quel modo brusco.
Ne sono uscita sola, stanca e sconsolata.
Ho scelto me stessa alla fine. Per un bel po’ di tempo “mi sono bastata io” e per la prima volta non ho avuto paura di rimanere da sola. è stato terapeutico.

E i genitori sono, di solito, le persone che ci amano incondizionatamente, con sincerità. Vuoi dedicargli una canzone?

I miei genitori sono pieni di difetti, ma sono le persone più belle che io abbia mai conosciuto.
Nonostante i miei nervosismi, riusciamo a tenere un equilibrio esemplare in casa e loro mi perdonano sempre i miei modi di fare a volte un po’ egoisti, tipici di chi è troppo amato e spesso se lo scorda o lo ritiene scontato.
L’ultimo album di Motta ha un pezzo emozionante dedicato al suo babbo. Si chiama Mi parli di te.
Ogni volta che lo ascolto mi esce qualche lacrima. Penso costantemente ai miei genitori quando non sono a San Benedetto con loro. L’ultimo minuto finale è pieno di violini dolcissimi che mi rievocano molti ricordi.

Come e quando vedremo CRLN dal vivo.

Sicuramente al MI AMI il 26 maggio.
Sul palco saremo io e Alberto Brutti che sarà ai controller, ma anche al basso e ai synth.

Le mie date devono ancora uscire. Il mio sarà un tour estivo, quindi penso che ci vedremo dopo il MI AMI in giro per l’Italia.

 

 

Credits: CRLN cover foto di Ciro Galluccio