Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Maria Antonietta, Arrivederci

Trucco e parrucco anni Sessanta, abitini di seta, bigodini tra i capelli e fiumi di gin tonic o champagne. Maria Antonietta è tornata e anche questa volta lo fa con gran stile, recuperando infatti l’irriverenza quasi “terribile” delle due protagoniste de “Le margheritine”, film di Věra Chytilová e uscito due anni prima della Primavera di Praga. E con lo stesso fermento e sprezzo nei confronti delle uscite musicali contemporanee, Maria Antonietta anche questa volta riesce ad essere una “ragazza imperdonabile”. (Foto cover @ Leandro Emede)

Bluem, Adele

Se Bluem e il suo stile sono figli della tradizione sarda allora “Adele”, il suo nuovo singolo non può che essere il culmine più interessante di una ricerca artistica, musicale e dunque culturale dell’autrice e compositrice. Bluem qui si spoglia degli abiti della tradizione isolana per vestire quelli della modernità, che però non possono che esistere proprio grazie a ciò che le è stato tramandato fino a questo momento.

Alex Fernet, Fuoripista

Pantaloni in pelle, guanti sportivi da guida e felpina anni Novanta sono lo stile distintivo di Alex Fernet e del suo nuovo singolo “Fuoripista”. Come abbiamo potuto intuire il look vintage da sportivo sono gli elementi che ci fanno capire il mood da discoteca e luci stroboscopiche tipico dei 90s ma allo stesso tempo ci trasmettono la volontà dell’artista, non tanto di guidarci, ma piuttosto di portarci “fuoripista” appunto, fuori dai binari sia musicalmente che nella vita.

Aftersat, Terra C’accide

Unione panica che aiuta a crescere o che invece si insinua dall’interno fino ad ucciderti? Per gli aftersat sembra difficile rispondere a questa domanda, nonostante propendano più verso la seconda. La Terra, la natura, il circostante, sono in questo singolo la madre e la matrigna per cui si prova amore e odio, un luogo questo che seppure ti attira a sé ti costringe a sfuggirlo. “Terra C’accide” è un sunto di elettronica e musica tradizionale folcloristica, una crasi di opposti come quelli che servono a tenere unita la canzone.

Leon Seti, Grimoire

Si chiama “Grimore” il nuovo lavoro di Leon Seti, un album collaborativo, creato insieme a Pancratio tra Roma e Londra. In questa istanza possiamo vedere Leon Seti come spirito dormiente della foresta, circondato da terra e fogliame distaccato, oramai, dai dolori del mondo. Un sorta di anima della natura, che proprio da essa prende tutte le caratteristiche visive e proprio in essa si confonde.

Kublai, Una notte più lunga  

Dalle sfumature tenebrose ma non per questo gotiche, quanto più avvolte di mistero, sono le note e le immagini che evoca il nuovo singolo di Kublai, “Una notte più lunga”. Lo stile di Kublai evoca a tratti il mood mistico e orientaleggiante de Le Mille e una notte. In entrambe infatti al centro è messo proprio il fascino del buio notturno illuminato dalle stelle e la luna, e dunque, quale miglior sottofondo se non quello musicale di Kublai?

Alessandro Fiori, Trasloco/Passeggiata

Segue il tratto leggero e sottile di una matita l’immaginario cantato descritto e disegnato per i nuovi singoli di Alessandro Fiori “Trasloco/Passeggiata”. Due facce di una stessa medaglia, due pietre preziose, piccole ma sufficientemente brillanti da spiccare nel mare magnum delle uscite settimanali. Fiori ci parla con la sua profonda leggerezza i piccoli aspetti della vita quotidiana, mettendo il focus proprio su due azioni apparentemente banali (il trasloco e la passeggiata) ma che in fondo nascondono un insita voglia di cambiamento interiore.