Si chiamano DTTO e sono una formazione inedita, al loro debutto assoluto con BEACH, singolo autoprodotto e uscito venerdì 5 gennaio su tutte le piattaforme digitali.
Cosa sappiamo di loro? Che sono due giovani con la passione per le atmosfere festaiole, da party in piscina, ma con, al contempo, una cultura musicale di tutto rispetto. Il resto scopritelo con noi in questa intervista.

Il vostro progetto è per certi versi misterioso: che cosa potete dirci su di voi che non sia intuisca dai social?

Federico: Siamo Federico Cavalli e Carlos Cortés.

Carlos: Lui da Parma, io da Santiago del Cile ma sono in Italia da 13 anni. Lavoro ma da quando ho avuto l’occasione di avvicinarmi ad uno strumento ho sempre suonato. Il primo progetto serio nel 2012 militando nei Wet Blankets, era un bel periodo a Parma, c’erano tanti gruppi attivi come i Plasters, la band del fratello di Federico i Bluish Analogy, i Twist Avenue. Da quel periodo ho imparato tantissimo, son cresciuto suonando con altri musicisti, non ho mai preso lezioni da un maestro, tranne per quelle basi elementari e indispensabili di chitarra e pianoforte. Finita l’avventura con i Wet Blankets mi son preso un po’ di tempo, ho suonato in altre band, i Plastic Light Factory e i Radio Suites per tenermi comunque attivo, finché non sono nati i DTTO.

F: Io studio ingegneria informatica a Parma e le mie prime influenze musicali appartengono al mondo metal e hardcore. Mi sono avvicinato alle sonorità elettroniche dal 2014 facendo il dj in diverse serata con il mio amico Marco Becchi. Grazie a questa passione mi sono interessato ad artisti come Disclosure e vari djs future house che andavano tre anni fa come Don Diablo e Tchami, e tuttora quando mi esibisco attingo a questo genere anche se quest’anno ho iniziato a variare inserendo anche trap, reggaeton e moombahton. Parallelamente ho iniziato a produrre musica andando anche a lezione dai Sunstars. Questa esperienza mi ha aiutato molto ad avere altre influenze oltre al solito e solo metal e hardcore che ascoltavo in principio.

Ora rispondete a questa domanda che tormenta tutti noi: DTTO cosa vuole dire?

C: DTTO è la sigla che sta per: “Doing Timeless Things Overnight”.

F: Tradotto significa: “fare cose senza tempo da un giorno all’altro, improvvisamente”.

C: Ed è quello che di solito facciamo, ci troviamo praticamente quasi solo di sera, sfruttiamo tutto il tempo che abbiamo a disposizione, utilizziamo idee improvvisate al momento, non abbiamo un calendario, a volte non sappiamo neanche quando ci troveremo la volta successiva, il tutto però con un impegno che ci fa sentire che stiamo facendo le cose seriamente ottimizzando il nostro tempo.

F: Un’altra cosa sul nome è che noi vorremmo che venisse letto ditto, con la “I”, che è il nome di un Pokémon; è un’immagine che ci portiamo dietro già da tempo, prima del nostro progetto musicale e deriva dalla nostra attitudine di prendere ispirazione da qualsiasi cosa e qualsiasi genere musicale.

C: DTTO è il nostro sfogo creativo.

Come nasce il vostro progetto?

C: Quando è nato questo progetto ci conoscevamo da pochi mesi, mi ha stupito il fatto che Federico sapesse suonare la chitarra bene quasi quanto me e non avesse avuto l’occasione di suonare in una band: ho visto delle potenzialità in lui, l’ho presa come una sorta di sfida, suonare sul palco i propri pezzi non ha prezzo e io volevo farlo in modo diverso.  Abbiamo messo insieme tutte le nostre esperienze: la mia da musicista e la sua da dj imparando tante cose l’uno dall’altro. Il tutto è nato una domenica dello scorso aprile, ero in hangover dopo una serata al PULP (club di Parma) e ho condiviso su Facebook Focker un pezzo dei Late Of The Pier dicendo che volevo fondare una band con quel sound. Era un pensiero maturato sul momento, Federico, che conoscevo da pochissimo, ha commentato il post e abbiamo iniziato a parlarne seriamente per mesi. Ci siamo finalmente trovati senza avere ben chiaro come muoverci, io avevo dei pezzi già pronti, ma quello che uscirà alla fine sarà qualcosa che rappresenta entrambi e abbiamo insieme. E’ come se questo progetto io l’abbia sempre avuto in testa, ma non avendo mai trovato qualcuno a cui interessasse davvero o non mi sono mai fatto avanti. Quando ho conosciuto Federico lui è stata la svolta, ci completiamo e ci capiamo in tutto, come se ci conoscessimo da sempre.

F: Se è nato questo progetto è grazie al London’s Corner che ci ha fatti conoscere, ci ha fatto avvicinare a questa scena musicale e soprattutto ci ha fatto incontrare tutte le persone che ci supportano in quello che facciamo.

Quali sono gli “ingredienti” essenziali che usate per scrivere?

C: Il genere si può definire electropop, però ci sono tanti elementi diversi che si fondono. Sicuramente cerchiamo un sound pop e orecchiabile. Vogliamo scrivere pezzi che ti entrino in testa subito.

F: Multiformità, ovvero essere a 360° come ispirazione, non ci vergognavamo ad inserire generi anche un po’ contro il gusto corrente del pubblico. Siamo sia contro corrente che mainstream.

C: Siamo contro corrente ma allo stesso tempo con la corrente.

E ora è finalmente uscito il vostro primo singolo BEACH, siete soddisfatti?

C: Sono abbastanza tranquillo, abbiamo lavorato bene, questo pezzo era pronto da molto tempo e ne abbiamo scritti altri.
Sono sereno e curioso al tempo stesso di scoprire quello che dirà e penserà la gente.

F: Io non mi aspetto niente in particolare, non sono preoccupato del riscontro che avrà fino a quando noi per primi saremo soddisfatti del prodotto realizzato.

C: Credo sia un pezzo che ci rispecchia molto anche se abbiamo già in produzione pezzi che non c’entrano nulla con BEACH.

Com’è nato questo pezzo?

F: Era Maggio credo..

C: Si, io avevo una bozza di questa canzone, e l’avevo preparata prima che lui venisse a fare le prove da me, era un’idea davvero scarna, “buttata lì”; ma allo stesso tempo c’erano elementi che son rimasti e che non abbiamo più modificato.

F: La prima volta che ci siamo incontrati per scherzo abbiamo fatto il remix dell’audio di un video che ci aveva fatto ridere, la seconda volta invece Carlos mi aveva fatto ascoltare questa bozza, che poi è diventata BEACH. Era un riff che al primo ascolto mi ricordava un pezzo anni ’90, cosa che pensiamo tuttora, in seguito è stato totalmente sconvolto, cambiato, adattato e abbiamo tenuto solamente la metrica per la voce del ritornello. La cosa cool per noi è che il riff originale non lo abbiamo mai eliminato e utilizzato come outro del pezzo.

C’è un luogo o una situazione ideale per realizzare le vostre track?

C: Nella DTTO cavern (ride). Ci autoproduciamo e registriamo da me, nella mia taverna. Sfruttiamo tutto il tempo che abbiamo, fin troppo, spesso anche nel weekend prima di far serata. Quando siamo li dentro è come se fossimo in un mondo a parte, ti ritrovi fuori da qualsiasi dimensione.

F: Una cosa che fa abbastanza ridere è che da quando ci troviamo in taverna abbiamo appeso sulla parete, sopra al computer una foto di Michelle Bachelet (ex presidentessa del Cile), per poi mettere altri oggetti cileni in giro per la stanza, come se fossero dei santini.

 

Se in una band i rapporti fra i membri sono importanti, in un duo sono fondamentali. Voi cosa amate e odiate di più l’uno dell’altro?

C: Non amo niente e non odio niente di lui. (ride) A parte gli scherzi, lui è sicuramente molto più razionale rispetto a me, io sono molto più frenetico. Apprezzo il fatto che, seppure essendo caratterialmente diversi, la pensiamo sempre allo stesso modo. Ci sentiamo in simbiosi.

F: Anche per me la stessa cosa. Molte volte abbiamo le stesse illuminazioni, un pensiero unico, un’idea sola, due cervelli in uno e quattro mani per realizzarla.  Cosa odio di Carlos? niente. In cosa è diverso da me? come ha già risposto lui, è molto frenetico. Tendo a rallentarlo spesso sia nella fase di produzione dei pezzi che sulla promozione sui social, se fosse per lui pubblicheremmo tutte le immagini di promo in un giorno.

C: Son spesso propenso a cercare una scorciatoia per arrivare alla meta, e catalizzarci quando vedo che tendiamo a diventare un po’ pigri.

Da quello che sembra, le vostre influenze vengono da mondi musicali diversi, anche lontani fra loro. Quali sono gli album che vi hanno cambiato la vita e chi è il vostro idolo musicale?

F: Non ho un unico idolo musicale. Andando in ordine cronologico dal più recente al più vecchio i primi che mi vengono in mente sono : Harry Styles con album omonimo, Warlord di Yung Lean, Opera Oblivia degli Hellions e Puzzle dei Biffy Clyro.

C: Parto dal più datato, Abbey Road dei Beatles perché mi ricorda troppo la mia famiglia, lo ascoltavo da piccolo, ce l’ho molto a cuore, poi Funeral degli Arcade Fire, il primo album degli Arctic Monkeys e poi il più recente Stranger di Yung Lean alla pari dell’album di Harry Styles. Idoli musicali: Liam Gallagher, David Bowie, Demon Albarn, Thom Yorke.

Curiosando sui vostri social, indossate sempre  jeans skinny neri e mettete spesso una bandana paisley in testa e alla gamba. Come mai avete scelto questa “divisa”? Quanta importanza date al look?

F: Diciamo che gli skinny jeans io li mettevo già prima che ci conoscessimo, da quando a 12-13 anni ho iniziato a scegliere da solo i vestiti. Ho sempre avuto questa fissa per le band metal o emo, in cui tutti già ai tempi mettevano questi pantaloni. Secondo me una volta che ti metti quel tipo di jeans non li cambi più.

C: Condivido ogni singola parola.

F: Mentre l’idea della bandana alla gamba è nata dal video di Istant Crush dei Daft Punk con Julian Casablancas. In testa invece l’ho sempre usata per fare dj set, più che per una questione estetica per una questione di sudore, e quindi è diventata un po’ un must.

C: Diamo molta importanza al look ma non è una fissa, ci viene tutto abbastanza naturale.

Quindi? Da dove veniamo? Che siamo? Dove andremo?

F: Ma è un quadro di Gauguin. (ride)

C: Cosa ci aspettiamo dal futuro? Attualmente stiamo cercando di produrre più pezzi possibili per iniziare a lavorare anche sul lato live. Questo progetto è appena iniziato e cercheremo di fargli fare più strada possibile. Non lo facciamo per nessuno se non noi stessi, quindi finché ci sarà la voglia, e ne abbiamo davvero tanta.

F: Finché ci saranno idee continueremo, a prescindere dal riscontro che avremo. Quello che ci aspettiamo? Fare musica.