Sento per la prima volta la musica di Joji in un locale in cui producono liquori. Una bellissima playlist da cameretta messa da un’amica che lavora lì. “Yeah right” è una folgorazione, la ascolto in loop per giorni, la faccio ascoltare alle persone a cui voglio bene. Poi, superato il colpo di fulmine iniziale, mi sento pronta a entrare più in profondità: “Ballads 1” per partire e a seguire tutto il resto.

Giovedì 24 agosto, alle 9 di sera, al Carroponte di Milano ci sono 36 gradi. In queste condizioni andare a un
concerto è un grande atto di amore collettivo. La serata inizia con Savage Realm e Rei Brown (tra il pubblico ci domandiamo se sia in playback) e quando finalmente esce George Kusunoki Miller l’apertura è affidata a “Sanctuary”, If you’ve been waiting for fallin’ in love, babe, you don’t have to wait on me. Segue “Yeah right”: la forza con cui tutti urliamo I’ma fuck up my life mi ricorda che siamo una generazione a pezzi. Su “Pretty boy” si salta, su “Like you do” un ragazzo prova a dare fuoco a una foto (forse la sua ex?) ma fallisce nel tentativo e dunque la strappa, lanciando in aria coriandoli.

Sul palco Joji è a suo agio, tanto che a metà concerto ci avvisa che deve assentarsi un momento a causa della sua vescica piccola. Il groove dolceamaro di “Can’t get over you”, la criptica “Attention”: la setlist è mixata sapientemente e
anche i musicisti tengono bene il palco. Leggendo di Joji su Wikipedia uno degli aggettivi più usati per descrivere la sua precedente attività di YouTuber è “demenziale”, e infatti durante buona parte del concerto si infila l’asta del microfono in mezzo alle gambe e la muove su/giù e avanti/indietro come fosse un prolungamento del suo… Beh, avete capito.

A portarci per mano verso la fine ci pensa “Slow dancing in the dark”, che viene eseguita in due versioni, così se non hai pianto durante la prima puoi sempre rifarti con la seconda. Il pianoforte di “Glimpse of us” chiude tutto e ci fa cantare in un modo sinceramente disperato: Said I’m fine and said I moved on, I’m only here passing time in her arms, hoping I’ll find a glimpse of us.

L’ho aspettato e immaginato per mesi, questo concerto. L’ho aspettato come si aspetta un giorno al mare con la tua persona preferita. Ed è stato bello. Si tratta solo di scendere a patti col fatto che, a volte, la cameretta è l’unico posto in cui le emozioni possono amplificarsi.

I’m feelin’ like a drum without a beat

Ph. Credits @ Francesco Prandoni x Vivo Concerti