-1 ad ELEVA 2017 ADVANCED MUSIC MEETINGS REGGIO EMILIA
l’hashtag di quest’anno è #SBOCCIAMO, e oltre ad averlo scelto per dare un profumo tutto nuovo alla sensazione che accompagna la fine dell’estate, ai ragazzi di Eleva è sembrato giusto ridare il giusto senso ad un verbo dal significato meraviglioso che, oggi, s’è accollato accezioni del tutto estranee, se non antitetiche, alla sua natura.

“Sbocciare”, si sboccia di notte per mostrarsi belli, forti e potenti al fine di affermarsi sempre di più in una società regnata dall’omologazione e dall’ossessione di apparire. Ebbene, quest’anno ELEVA vuole scardinare questo concetto e salvare dall’oblio il significato originale del termine. Riportare in auge il suo senso autentico di manifestazione del bello, quello legato alla spontaneità delle cose, come può essere un fiore che nasce e stupisce chi guarda.

Quattro le location con l’obiettivo di continuare ad alzare l’asticella della qualità unita alla varietà di generi e di artisti nazionali ed internazionali presenti.

Tra questi attesi ospiti emerge il nome di Willie Peyote che ha rapidamente attirato su di sé l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori. Cinismo, originalità e autoironia sono i suoi marchi di fabbrica. I suoi brani accattivanti, ironici e allo stesso tempo di denuncia, i suoi testi lo specchio della società attuale, che raccontano i paradossi del nostro paese in modo scanzonato, sarcastico e divertente.

Willie Peyote è uno degli artisti più innovativi e interessanti della scena hip-hop italiana e, dopo un tour che lo ha portato in giro per tutta l’Italia, arriverà appunto ad Eleva Festival il 2 Settembre per il Meeting Verde, dove si esibirà con FRANK SATIVA. Per l’occasione, prima del suo approdo in quel di Reggio Emilia., ci confeziona una playlist, davvero niente male.

Redman & Method Man – Da Rockwilder (album Blackout)

nel 1999 un mio amico writer milanese, quando gli dissi che mi piaceva il rap e che ascoltavo gli Articolo 31, mi prestò due dischi che all’epoca mi aprirono un mondo e che in qualche modo mi hanno cambiato la vita. i due dischi erano “Blackout” da cui è estratto il brano in questione e “950” di Fritz Da Cat e ne rimasi folgorato letteralmente. Credo di aver capito in quel momento che volevo fare questo nella vita, non ho mai ringraziato abbastanza quel mio amico per il regalo che mi ha fatto.

Fabri Fibra – Se Non Dai Il Meglio (album Turbe Giovanili)

eh niente, questo è semplicemente il mio disco preferito in assoluto, l’ho ascoltato giorno e notte ininterrottamente per mesi quando l’ho scopreto in 4^ superiore e ancora oggi ne ricordo perfettamente anche ogni singla presa di fiato.
é il disco che in assoluto mi ha influenzato di più nella mia formazione artistica, insegnandomi a rappare praticamente.

Subsonica – Cose che non ho (album Subsonica)

oltre al becero campanilismo che mi fa amare i subsonica in quanto miei concittadini, qui siamo di fronte ad uno dei pochi esperimenti musicale davvero ben riusciti negl’ultimi 20/30 anni in italia. La loro capacità di coniugare il cantato melodico tipicamente italiano con sonorità elettroniche e dall’appeal internazionale ancora oggi rappresenta un picco di gusto e originalità che nessuno è riuscito a bissare. la sezione ritmica del primo disco poi è un concetrato di groove che mi ha letteralmente flashato.

Arctic Monkeys – Fake Tales Of San Francisco (album Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not)

mi è sempre piaciuto il rock inglese e il brit-pop dai Beatles ai Blur e in famiglia anche quando ero piccolo se n’è sempre ascoltato molto. come molti altri venni travolto dall’ondata indierock di una decina di anni fa e in particolare da questo gruppo che mi sembrava più genuino e vero di altri personaggi costruiti alla Pete Doherty, senza tralasciare che reputo Alex Turner uno dei migliori compositori del mondo.

Fred Buscaglione – Una Sigaretta

Fred Buscaglione è senza ombra di dubbio un grande interprete e autore della musica italiana sempre troppo trascurato. personaggio incredibile, un po’ per il fare da spaccone e per l’immagine presa in prestito dai gangster americani, duro ma buffo, perennemente in balia di donne e alcool, ironico e carismatico, fù però in grado di portare al grande pubblico le sonorità swing d’oltreoceano nel secondo dopoguerra.