Si può vivere in mezzo al caos? Molti direbbero di sì, altri direbbero di no. Nel 1988 un gruppo di architetti ha voluto urlare al mondo la propria opinione attraverso una mostra al MoMA di New York dal titolo “Deconstructivist Architecture” nella quale furono esposti progetti insoliti, progetti che presentano un’architettura rivoluzionaria, priva delle strutture tradizionali e che ruota attorno a forme disarticolate, volumi deformati e asimmetrie indirizzate a destrutturare l’architettura stessa. Nacque così il Decostruttivismo, movimento che trova in Zaha Hadid uno dei suoi capofila. Nata a Baghdad, l’architetto anglo-iracheno vanta numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Pritzker di architettura ottenuto nel 2004 che le conferì anche il titolo di prima donna ad ottenerlo. A pochi mesi dalla sua scomparsa, Palazzo Cavalli-Franchetti ha deciso di omaggiarla con una mostra inaugurata esattamente un mese fa, il 27 Maggio, e che chiuderà il 27 Novembre.

Si tratta di una mostra multimediale che presenta non solo modelli di progetti in costruzione, realizzati e non realizzati durante quarant’anni di carriera ma anche dipinti, fotografie, video e disegni: tutti gli elementi che fanno di questa mostra una retrospettiva degna di nota, complice forse anche la cornice quattrocentesca del palazzo che la ospita. Un vero e proprio accrochage di punti cardine della poetica dell’architetto che, attraverso un allestimento quasi labirintico, favorisce una full immersion che permette al visitatore di comprendere fino in fondo la portata del contributo di Zaha Hadid nel mondo dell’architettura e dell’arte.

Zaha Hadid, Palazzo Franchetti Campo Santo Stefano, Venezia

fino al 27 novembre 2016

info: http://www.fondazioneberengo.org/zaha-hadid-exhibition/