“Caveleon”, l’EP uscito lo scorso 3 maggio per Futurissima, è un regalo inaspettato, un piccolo gioiello ricevuto all’inizio di una nuova storia ma così spontaneo, scintillante e adatto a te da farti pensare che questa volta sarà vero amore.
Caveleon, la band, è un progetto che nasce nel Gennaio 2018 dall’incontro fra il polistrumentista e cantautore Leo Einaudi, la cantautrice Giulia Vallisari, il musicista elettronico Federico Cerati e il batterista Agostino Ghetti. Da questa unione scaturisce un sound inedito e suggestivo, in bilico tra atmosfere folk, indie e rock, accompagnate da sonorità elettroniche. Il risultato di questa ricerca sonora accompagna chi ascolta in un mondo difficile da definire, ma sorprendente nella sua semplicità e raffinatezza. Due voci, chitarra acustica, ritmiche d’avanguardia, pianoforte, tastiere, e degli arrangiamenti pieni di suggestione, ci portano a immaginare di essere in luoghi al contempo familiari e inesplorati.
Ascolta e scopri traccia dopo traccia, attraverso le parole della band uno degli esordi più promettenti di questo 2019.

Le canzoni che compongono l’EP sono nate nel nostro piccolo studio in un seminterrato a Milano, lo abbiamo chiamato “The Cave”. E’ stato come aprire una grande porta e ritrovarsi in un luogo familiare ma allo stesso tempo inesplorato, in cui tutto ti sorprende e prende una nuova forma in modo molto naturale. Veniamo tutti da background musicali molto diversi. Questo ci ha permesso di avere grande libertà nella scrittura, amiamo i dettagli e i contrasti e ci piace pensare che grazie a questo Caveleon sia un progetto in continua evoluzione, che si arricchisce giorno dopo giorno delle influenze che ciascuno di noi porta con sé – Leo Einaudi

LATE NIGHT
Late night parla di quel momento in cui tutto tace e ti ritrovi con te stesso, e da questo contrasto tra la quiete e il tormento nasce qualcosa di magico. Siamo tutti e quattro “animali notturni”, la notte porta con sé tutto il vissuto del giorno e lo rende più chiaro e disteso.

DRY EYES
Sicuramente Dry Eyes è il brano più introspettivo di questo EP. Può sembrare anche il più cupo, in effetti lo è, ma parla soprattutto del coraggio di affrontare le proprie inquietudini. Per questo, nella prima versione del finale del brano il cambio di armonia e di ritmo portavano a una risoluzione e un riappacificamento. Ma alla fine abbiamo deciso di mantenere la stessa atmosfera perché vediamo un lato dolce nell’affrontare le proprie paure, un’intimità che ci piace.

FOLLOW ME
Follow Me è nata il giorno in cui Giulia è venuta in studio per la prima volta. Abbiamo ascoltato insieme una vecchia registrazione al cellulare di questa parte alla chitarra e due giorni dopo Giulia è tornata con la melodia e il testo.
Giulia> “Follow me è stato il mio modo personale per presentarmi ai ragazzi e farmi conoscere.”
Questo brano parla di cambiamenti; di quelli che spaventano, ma la natura ci insegna che a volte basterebbe fermarsi, ascoltarsi e semplicemente fidarsi. La coda del brano è nata in maniera spontanea su un’improvvisazione insieme mentre stavamo registrando il brano in studio e abbiamo pensato che sarebbe stato bello immortalare quel momento speciale.

BIG DREAMS
Big Dreams è nata nel momento in cui abbiamo realizzato che questo progetto stava iniziando a prendere una forma definitiva. Parla appunto di sognare in grande e di varcare una soglia che fino a quel momento sembrava impossibile da affrontare, con tutti i timori e le paure annessi. E’ un brano di liberazione e di conquista, ci siamo divertiti molto a cercare di rendere quest’idea.

WE WALK
Leo> “We Walk ha per me un significato molto speciale, perché è il primo brano cantato che ho scritto. E’ nato in modo molto naturale, a volte mi sembra che sia quasi arrivato da solo. Ero di ritorno dal cammino di Santiago insieme alla mia ragazza e ho sentito la forte necessità di spogliarmi di tutte le certezze che avevo per trovare un nuovo linguaggio musicale che mi rispecchiasse sotto tutti i punti di vista.”
We Walk parla di questo, un momento di passaggio importante in cui si perdono i riferimenti, come su una strada che non ha più contorni, ma in cui comunque senti di avere una direzione da seguire.