Nato come chitarrista, negli anni consolida diverse collaborazioni che fanno nascere in lui la consapevolezza ancor più reale e radicata di dover dar voce e raccontare la sua psiche più profonda ed intima.

Prende forma così Ad Occhi Chiusi, il nuovo Ep di Bleu Smith disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme streaming per Kunomi, distribuito da Believe. Sette brani che accompagnano l’ascoltatore in un viaggio tutto soul che unisce tanti stili tra cui anche elettronica e jazz. Come una tela su cui dipingere la propria anima, Bleu Smith ha scelto di raccontarsi e raccontare la sua quotidianità tormentata dando vita ad un progetto unico e contemporaneo che potesse elevare la sua già affermata carriera da musicista e permettere, alla sua nuova veste di autore e cantante, di fare quel salto di qualità e consapevolezza, che sono fattori essenziali per un percorso in costante evoluzione come il suo.

Imparare a riconoscersi ed accettarsi grazie ad un soul unico e travolgente.
Bleu Smith si racconta in Ad Occhi Chiusi.

Per l’occasione abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con lui.
Una ricerca interiore in continua crescita, espressa a pieno all’interno del suo nuovo Ep che ha deciso, qui, di presentarci.

Ciao Bleu, come stai? L’11 Giugno è uscito, il tuo nuovo EP Ad Occhi Chiusi, realizzato in un anno davvero ostico e decisamente particolare per tutti noi. Qual è stata la scintilla che ti ha portato ad esprimere te stesso all’interno di un nuovo EP così intimo e musicalmente complesso?

Ciao ragazzi! Tutto bene dai, sono davvero felice di aver fatto finalmente uscire questo progetto, ci stavamo lavorando da molto ormai. Devo dire che dopo l’ultimo lavoro uscito precedentemente sentivo la necessità di andare un po’ oltre, sperimentare e tuffarmi in nuove sonorità, ma senza snaturare troppo la mia identità.

All’interno di Ad Occhi Chiusi, scegli di raccontare la tua psiche intima e profonda, non esistono giri di parole, vai dritto al punto dipingendo una quotidianità fatta di momenti, belli e brutti, ma senza alcun dubbio unici. Quanto può essere più o meno complesso mettersi a tavolino con se stessi per un giovane artista con così tanto da dire?

Che tu stia scrivendo una canzone o no, è sempre difficile scavare dentro se stessi, guardarsi dentro, capire cosa sta succedendo e perché. Nel mio caso ho sempre bisogno di un po’ di tempo prima esprimere a parole una determinata situazione o un sentimento che sto provando, ho bisogno di assimilare bene quella sensazione e guardarla da un punto di vista esterno.

Le tue origini come chitarrista hanno sicuramente contribuito alla nascita e la crescita della tua consapevolezza artistica. Ad Occhi Chiusi è un EP prodotto quasi interamente da Frenkie G, in cui vanti ottime collaborazioni tra cui DEMA, YDN, Rokas e Farryno. Hai qualche aneddoto da raccontarci in merito a queste collaborazioni?

Prima di Rokas non avevo mai avuto occasione di collaborare con qualcuno al di fuori del mio team su un mio progetto, è stato strano ma allo stesso tempo stimolante vedere con quanta naturalezza e semplicità si è creato un rapporto di stima e amicizia reciproca, dovrebbe essere sempre così.

Come nasce il tuo personale processo artistico di scrittura e composizione musicale? Hai qualche ricorrenza o gesto scaramantico?

Sono molto spontaneo, soprattutto nella scrittura, di solito parte tutto da un giro di chitarra o da una melodia che ho in testa, il resto viene da se.

Le tue doti da musicista spiccano in modo limpido all’interno di questo progetto intimo e originale. Poni l’ascoltatore in una condizione tale da non aver dubbi in merito al salto di qualità di questo tuo percorso in costante evoluzione. Pensi mai di sentirti incompreso o di voler creare qualcosa che urli ancor di più al mondo chi è Bleu Smith?

Ti ringrazio! cerco di creare il giusto equilibrio fra le due cose, ovvio ci saranno dei pezzi dove la componente strumentale è un po’ più definita mentre altri dove semplicemente segui il mood e ti lasci andare. Viviamo in un periodo storico in cui effettivamente è difficile far sentire la propria voce, ma credo che alla fine quel soul mi salverà.

In Ad Occhi Chiusi ti muovi in maniera molto raffinata tra diversi stili musicali: hip hop, soul, R&B ed anche elettronica e jazz. Tutto questo è frutto di una tua crescita e ricerca musicale personale o sei stato influenzato da qualcuno in particolare, artista o meno?

Ho sempre ascoltato tantissima musica, prendo davvero ispirazione da qualsiasi artista senza badare al genere o altro. Al momento ti dico sicuramente Daniel Caesar, John Mayer, Bruno Mars e Tom Misch ma la lista è davvero lunga.

Ti abbiamo già sentito e conosciuto affianco a nomi quali Vegas Jones, in vesti di chitarrista. Pensi mai a quel periodo domandandoti cosa avresti potuto fare di diverso? E cosa?

Ci penso spesso, e mi sento fortunato, non ringrazierò mai abbastanza Veggie per avermi fatto salire su quel palco. Non poteva andare diversamente mi sono subito posto nuovi obbiettivi senza rimuginare troppo su cosa avrei potuto fare o dire.

Sette brani che ti elevano e mostrano la tua personalità come scrittore e musicista, hai mai pensato di mettere da parte la scrittura e il mercato musicale italiano per sbarcare oltre oceano, sperimentando la scrittura inglese?

In realtà no, nonostante mi rivedo molto in quel tipo di contesto, voglio continuare a mettermi in gioco e cercare di portare roba sempre più fresca. Poi chissà magari cambierà tutto.

Quali sono i tuoi progetti per questo 2021 e per la bella stagione ormai alle porte?

Sicuramente fare uscire nuova musica e portarla in giro il più possibile, ora che finalmente si sta sbloccando un po’ la situazione, voglio portare il mio soul sul palco insieme al mio team.

Intervista di Francesca Cerardi

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