I Grand Vague Hotel, band comasca, tornano con un nuovo singolo dal titolo Immagina, in uscita per Moquette Records, una canzone fatta di mancanze, che accoglie questo sentimento universale che ci fa tanto male e ne fa quasi una preghiera. Si presentano al nostro consueto format e ci raccontano il caleidoscopio di emozioni nel quale vivono. Un vortice che solo la musica sa colmare.

NOME DEL PROGETTO E COM’E’ STATO SCELTO

D: Grand Vague Hotel è un insieme di parole che racchiudono, ognuna, un significato a sé, estetico, simbolico ed empirico. Importante è anche una sorta di equilibrio numerico, tutte e tre le parole contengono 5 lettere, sommate otteniamo 15 e l’acronimo “GVH”, 3 lettere; ma riguardo a ciò, non riteniamo fondamentale spiegarne il significato.

ANNO DI NASCITA DEL PROGETTO

D: I Grand Vague Hotel nascono nel Gennaio 2015 quando, su richiesta di Michele, nostro batterista, ho deciso per la prima volta di rendere note delle idee, molto embrionali, delle poesiole accompagnate dal pianoforte.

NUOVO SINGOLO PUBBLICATO

N: Immagina è probabilmente il brano più “cazzuto” del disco, l’abbiamo scelto come primo singolo anche per l’impatto che ha, oltre che per il significato più profondo e le tematiche trattate nel testo, Prestige invece è una delle nobili decadute, forse tra l’altro uno dei primi brani che abbiamo scritto con la formazione nuova (con me, ecco).

INFLUENZE MUSICALI

N: personalmente è un casino sempre rispondere a questa domanda, anche perché ogni giorno cambiano e abbiamo davvero quattro background musicali belli differenti. Ti sparo tre nomi, così random: Digable Planets, Brainiac e William Basinski.

D: sicuramente, specialmente nei primi lavori, una grande spinta emotiva mi è stata trasmessa dall’ascolto e (spero) la comprensione di Paolo Conte. Ad ora non possiamo dire di essere esenti da influenze ma credo anche si stia pian piano concretizzando una nostra propria identità.

LIVE CHE NON DIMENTICHERAI MAI

N: ho molti problemi mnemonici, davvero, però direi l’ultimo prima del lockdown, in primis per la pasta sonora (passatemi il termine!) e la resa di tutti noi. Purtroppo non ricordo altro, ma è stato una bomba.

D: finale del concorso Andalo Rock, in apertura ai Meganoidi, siamo stati bene sin dal pomeriggio, ci sembrava di essere musicisti per professione (nel pomeriggio) anche il concerto è andato concretamente bene. Indimenticabile, per ora…

COSA FATE QUANDO NON SIETE IMPEGNATI CON IL VOSTRO PROGETTO MUSICALE

N: si suona anche in altri progetti, ci si annoia, si lavora, si vive insomma, abbiamo comunque la fortuna di avere spesso il nostro strumento musicale in mano, non è cosa da poco.

D: io, penso al progetto, pur lavorando e quant’altro, posso dire di impegnarmi costantemente

COSA RENDE ORIGINALE IL TUO PROGETTO

N: spero sempre più di poter risultare fresco, non per forza originale. Sono due componenti che vanno sicuramente a braccetto, ma che fa veramente la differenza è riuscire ad arrivare ad un punto in cui le tue influenze musicali non prendono il sopravvento, arrivando a mischiarle e a creare un sound “personale”, fresco per l’appunto. Difficile da spiegare. Di certo stiamo arrivando piano piano ad avere un nostro suono e questo è solo un punto di partenza.

D: non saprei rispondere meglio di quanto ha fatto Nicolò.

PROGETTI PER IL FUTURO

N: esplorare nuove sonorità di continuo, un po’ come se fossimo su una navicella spaziale con la possibilità di raggiungere mondi lontani…una cosa del genere.

D: riuscire a farsi apprezzare, non di certo per smania, piuttosto per constatare che non si sta vanificando.