Abbiamo conosciuto Lobe un anno fa live alla seconda edizione di Garden Fest e lo ritroviamo oggi in splendida forma con il nuovo singolo in pieno stile itpop pronto a macinare ascolti.
Festivalbar è un brano dal carattere malinconico ma con un significato positivo e ricco di speranza, una presa di coscienza che il tempo passa inesorabilmente per tutti ma basta saper guardare la vita da prospettive differenti per coglierne tutta la sua bellezza e gli aspetti positivi. Il titolo è un tributo a Verona, città natale di Lobe, e ci porta inevitabilmente indietro agli anni 90, quando il Festivalbar era un vero e proprio evento di culto.
Oggi vi presentiamo il videoclip in anteprima:

Il video è stato prodotto da Andrea Moserle (Mose’s Production) che ne ha curato anche la fotografia mentre l’editing e la post produzione sono stati affidati a Viola Lonardoni.

Da dove inizia la composizione delle tue canzoni? Prima la musica o le parole?

La composizione dei miei pezzi parte sempre dal testo, se non ho quello faccio fatica ad immaginarmi il mood che dovrà avere un brano, per capirci non sono uno che si canta le melodie alla na-na-na e poi ci mette le parole, ci ho provato ma con me non funziona. Con il testo scritto cerco una melodia e un tappeto armonico che scrivo sempre al pianoforte. Nascono così le mie demo che poi invio al mio produttore Cristian Postal e lui ci ricama sopra la base così come la potete sentire nei miei pezzi su Spotify.

Quale artista è stato negli anni più d’ispirazione per la tua musica?
Domanda che meriterebbe un’intervista a parte (sorride)…diciamo che nel corso della mia vita da musicista sono passato da un estremo all’altro nel senso che da teenager avevo la fissa della rockstar, ascoltavo quasi solo rock e hard rock, comunque solo pezzi in lingua inglese. All’epoca le band a cui mi ispiravo erano Guns N’ Roses, Mötley Crüe, Bon Jovi. Per una decina d’anni sono stato il cantante dei Seventh Veil, una band che avevo formato assieme ad un amico e grazie alla quale ci siamo tolti qualche soddisfazione visto che negli anni abbiamo pubblicato tre album e fatto altrettanti tour europei, l’ultimo dei quali come band di supporto al tour dell’allora chitarrista dei Guns N’ Roses (non ti dico che gasati che eravamo). Poi gli anni passano, cresci e un po’ ti disilludi. Nel frattempo avevo iniziato ad ascoltare qualcosa di italiano perché vedevo alcuni amici che condividevano brani di un certo Coez e da li è partita la mia avventura con l’Itpop…Diciamo che al momento Silvano e Frah Quintale sono i due artisti che ammiro maggiormente nel panorama musicale italiano.

Qual è il tuo ricordo più bello del Festivalbar?
Forse fa un po’ ridere ma nell’estate del 2007 se non sbaglio ho conosciuto grazie a Festivalbar i Sunrise Avenue, band della quale si conosce solo una canzone Fairytale gone bad probabilmente perché tutte le altre non sono niente di che, ma quella è una bomba, la ascolto ancora oggi!

Chi pensi avrebbe vinto un’ipotetica edizione 2020?
Chissà che evoluzione avrebbe preso in questi ultimi anni, però in un mondo dove anche la musica è governata dal denaro non mi stupirei avessero vinto Baby K e Chiara Ferragni, o Amoroso e Boomdabash. In un mondo più romantico ci vedrei la vittoria di Frah con la sua ultima bomba Amarena, o perché no…Festivalbar??? 😉