Gli Amandla sono un gruppo nato a pane e Indie Pop, che dopo la convincente pubblicazione di un EP e un singolo, torna nel luglio 2017 in studio per registrare il suo primo album.
Prodotto da Simone Sproccati, “Non ci pensare” vede la luce nel marzo 2018 e racconta la ricerca di una stabilità emotiva attraverso otto brani eclettici che esplorano diverse sonorità, dall’indie-pop a momenti di più intensa influenza rock. Dalla pubblicazione del disco, esce in anteprima Rolling Stone italia il videoclip del primo singolo estratto Febbre, vengono selezionati come artista della settimana per MTV New Generation e come finalisti per il concorso di nuovi artisti del concerto del Primo Maggio a Roma. Per loro l’attività live è vita: hanno diviso il palco con artisti come C+C=Maxigross, Pinguini Tattici Nucleari, Il Postino, Kaufman, The Niro.

Oggi ci presentano il videoclip di AL POSTO DELLE PAROLE estratto dal debut album della band comasca che riesce ad unire perfettamente influenze rock à la Verdena e Ministri a tematiche intimiste e influenze it-pop di chi è cresciuto a pane e Cesare Cremonini.

“Il video vuole rappresentare i limiti che ci poniamo e che ci tengono lontano gli uni dagli altri. La scelta della bolla è un simbolo dell’isolamento che può essere vista come una protezione ma anche come una barriera. Nel momento in cui abbiamo il coraggio di toglierla ed esporci, riusciamo ad avere un contatto e a stabilire un legame profondo e non semplicemente di facciata.” 

Insomma le cose da dire agli Amandla non mancano, ma comunicare è diventato sempre più difficile e quindi preferiscono mordersi la lingua invece di esternare ciò che provano. Ve li abbiamo presentati in pillole, ora non vi resta che andarli a vedere dal vivo e immergervi, tutto orecchie, nel #gimmefive – cinque brani per loro fondamentali che hanno selezionato in esclusiva per B&S.

CHAKRA_Le luci della centrale elettrica

Estratto dall’ultimo lavoro delle Luci della centrale elettrica di Vasco Brondi “Terra”, a mio parere é il disco più bello del 2017 e forse anche degli ultimi 3 anni. “Chakra” é un brano che avrei voluto scrivere io, che ti catapulta in un’altra vita e che ti rapisce. Da quando é uscito, lo ascolto almeno 1 volta alla settimana. Droga.

VORREI_Marta sui Tubi

“Vorrei” è uno di quei brani che mi riporta indietro nel tempo: notti spensierate a guardare le stelle in riva al mare, con la testa svuotata dai pensieri e il cuore sazio di emozioni. È stato il pezzo con cui ho scoperto i Marta sui Tubi, e dico “per fortuna!”, perchè sono diventati una delle mie band preferite di sempre. È una canzone sincera, piena di speranza e di voglia di raggiungere i propri obiettivi. L’ atmosfera è quella folk-rock tipica dei Marta: batteria incalzante, chitarra acustica, piano e violoncello. “E io vorrei, vorrei ancora più bellezza.”

NUVOLE RAPIDE_Subsonica

I Subsonica sono sempre stati per me un punto di riferimento, eclettici, testi mai banali, un sound fatto di atmosfere: ti prende e ti trascina in loop di elettronica e parole che non ti fanno andare via fino alla fine del pezzo. “Nuvole Rapide” è esattamente questo: un’ immersione. L’ho ascoltata ovunque e a qualsiasi ora, nei momenti in cui avevo bisogno di evadere, di correre (con la mente) come il protagonista del videoclip ufficiale (anche quello merita una menzione!).

CROWN OF LOVE_Arcade Fire

“Crown of love” degli “Arcade Fire” tratto dall’album “Funeral”. È una valzer un po’malinconico, un po’scanzonato che riesce sempre a farmi commuovere un pochino.

IO NON ESISTO_The giornalisti

Ormai i Thegiornalisti sono sulle bocche e nelle radio di tutti. E, personalmente, non ci vedo nulla di male, Tommaso Paradiso è una delle migliori penne della sua generazione, e solo perché è “pop” e famoso è stato parzialmente rinnegato da quella scena indie che l’ha lanciato. Tutti dei rosiconi, pop non è sinonimo di male, anzi, ma funziona solo se lo si sa far funzionare. Quindi una canzone bellissima (ed una delle più strappalacrime che abbia mai sentito) come questa ci ricorda come si può scrivere da dio, ma senza tutto il resto non si va da nessuna parte.