Playlist Indie Italia, Scuola Indie, il passaggio anche nella VIRAL 50 italiana, Moca è l’ennesima band it-pop, di cui non sentivi la mancanza, ma di cui non potrai fare a meno.
Ce lo hanno fatto capire prima con Relazionatore, ed ora con il nuovo singolo Bailamme, entrambi ad anticipare l’uscita nel 2020 di Oplà: il debut album frutto di un intenso percorso creativo durato quasi due anni. Due anni di esperimenti in studio, volti a ricercare la giusta chiave di scrittura e di produzione, oltre che un sound il più possibile personale e innovativo, per quanto possibile nel pop. La produzione del disco è stata realizzata nello studio de La Clinica Dischi da Leonardo Lombardi.

Bailamme, di cui vi abbiamo proposto il videoclip ufficiale diretto daDuilio Scalici, soggetto di Davide Casalini, è la baraonda delle emozioni. Emozioni che abbiamo chiesto ai Moca di raccontarci selezionando 5 brani per loro fondamentali. Scoprili con noi.

C’era una canzone che spesso cantavamo nella nostra adolescenza, che ci salutava sempre. La tenevamo per ultima, nelle serate estive in compagnia, perchè ci dava i brividi, e dopo quei brividi solo il silenzio poteva riempire le nostre orecchie. È una malinconia che forse è stupido provare quando hai 16 anni, ma è immensamente bella e potente. E non passerà mai.

Le nostre famiglie forse non sempre se ne rendono conto, ma durante la nostra infanzia ci caricano di ricordi musicali. Ricordi che poi, a riascoltarli, ti catapultano in un’infanzia che credevi passata, ma che invece è lì, proprio in mezzo al petto, che ti sbatte vivida e magnifica nella gioia di quando eri bambino. E allora ringrazio mia nonna, per avermi fatto ascoltare questo brano da un vecchio lettore cd portatile.

La musica è condivisione, e già gli altri due brani ce lo hanno fatto capire. Ho passato un anno a condividere le mie canzoni e le canzoni della mia coinquilina con un intimità che sfiorava la fratellanza. Sentire queste note uscire dall’impianto stereo in cucina voleva dire perdersi nella voce l’uno dell’altra, in un unisono che sapeva schiudere le ali della serenità. Sempre rappresenterà serenità, qualsiasi cosa stia succedendo, da qualsiasi parte arrivi. È questione di pianeti.

Il piacere della scoperta. Approdare in terre sconosciute, emozionarsi fino a sentire quasi un cappio attorno al collo, che al posto di bloccare la respirazione, la rende ancora più potente, e da lì sentir sfociare le nostre inquietudini e paure. Uscite da noi, trovano un posto nella stanza e lì rimangono, sospese, in un reciproco scambio di occhiate. Chi sono? Chi siete? Rendersi conto di cosa si ha dentro, neanche quando lontanamente te lo immagini, fare tuoi i pensieri di qualcuno che mai conoscerai nella vita, mai vedrai nella vita, se la scoperta è tutto questo, voglio continuare a scoprire.

Che bello distrarsi, abbassare il finestrino, l’aria sul viso, il sole sul braccio, gli occhiali da sole per vederci meglio, e per sentirsi più fighi. Radio a manetta, testo sulle labbra, e già ci sentiamo i padroni del mondo. Che bella serata.