Premiati da Rock Targato Italia come artista rivelazione del 2022, Il Peggio è Passato con il loro album d’esordio, via Dischi Soviet, ci hanno regalano 9 bugie d’autore, 9 canzoni come pillole per assentarci dal quotidiano, con o senza permesso, e alleggerirci un po’ quando tutto diventa troppo dannatamente reale. Canzoni cantautorali nate in bianco e nero per voce e chitarra acustica, poi baciate da strati di synth, pianoforte e ritmi elettronici ad enfatizzarne il suono come il filtro Valencia fa con le vostre foto su Instagram. Infine la voce, in assurdo equilibrio tra Perry Farrell ed il miglior Alberto Fortis, ci racconta di amori passati e presenti, traguardi sfiorati, sconfitte e rivincite con dissacrante autoironia ed orgogliosa stupidità.

Se volete diventare, anche solo per un’ora, dei romantici visionari fuori tempo e tenaci saltatori di ostacoli come gli IPEP potrete goderveli live sabato 21 gennaio all’Arci Fuori Orario di Taneto (RE) a partire dalle 22:30. Nel frattempo l’occasione per affacciarsi al loro modo è il racconto traccia dopo traccia di Bugie d’Autore.

Gente stupida
Un inno, un’incitazione a trovare il coraggio di essere sinceri, a fare ed essere quel che sentiamo indipendentemente dalle possibili conseguenze.

Andremo a Barcellona, fanculo le lacrime – andremo ad esportare la nebbia e le zanzare
E a chi sostiene che sincerità significa spesso stupidità, noi cantiamo: “Viva la gente stupida!

Vampirismo d’asporto
Finalmente una canzone senza messaggi, né significato: un testo composto per assonanze e gusto estetico-fonetico. Eppure pare aver senso! Nella sua primissima bozza ricordava tanto “Message in a bottle” dei Police(!) poi l’abbiamo stravolta per fortuna. In questa veste a noi piacciono particolarmente il respiro ampio e l’elegante piano eighties delle strofe.

Valentina
Un rientro a casa in auto la notte. Parlare con sé stessi sulla soglia di un grande cambiamento, poi rivolgersi a lei, che ne è il motore e che da lì a poco ti stravolgerà la vita. Credo si tratti del primo brano che io e Simone componemmo.

Fallo
Quanto siamo stupidi nel cercare di uniformarci, ci assottigliamo anziché indossare con fierezza la nostra diversità. Benedetta sia la libertà di amare chi vogliamo, come vogliamo. E’ un brano che mi fa star bene.

lo so, lo so
Fu il nostro primo singolo e racconta con un sorriso ironico la difficoltà delle relazioni interpersonali e il travaglio della quotidiana convivenza con le sue catastro-fichissime conseguenze. E’ un brano nato di getto, un pomeriggio di maggio a piedi nudi su un prato e sarebbe veramente ganzo se tutte le canzoni nascessero con questa naturalezza e facilità.

Cristi strafatti
Una canzone per celebrare un addio a qualcuno con cui sei cresciuto: un amico intimo, la compagna di una vita, i R.E.M. e Michael Stipe. Un addio è un momento scioccante anche perché segna una tacca sull’asticella del tempo che passa sbattendoti in faccia tale realtà e imponendoti riflessioni e bilanci.

in questi anni d’attese e saliscendi io non ho combinato niente” (e voi cos’avete combinato invece?)

Il buio sia con voi
E’ nata come una sorta di rimpianto rancoroso per la scena musicale alt rock dei primi anni novanta, uno sfogo-rigurgito dentro cui sono poi finiti anche temi come la religione e altri simboli-codici comportamentali del nostro modo di vivere in questa società post tutto. La trama sonora è caratterizzata da un chitarrismo tipico di quel periodo, sporcato però da bordate di synth distorti. E’ il nostro brano più teso e quando lo eseguiamo dal vivo rappresenta sempre un momento liberatorio per noi.

Ti ricordi del futuro? La violenza delle nostre cazzate

Corse ad ostacoli
La vita che scorre: i luoghi e le persone che cambiano, gli amici che mettono su famiglia e fanno carriera.

Sentirsi a disagio perché oggi ti riconosci nelle stesse cose semplici che riempivano la tua vita tanti anni fa e poi capire che va bene così, perché “è questo che sei”.

E’ un brano lento dal finale esplosivo e liberatorio che suoniamo in apertura dei nostri concerti e che ci serve per trovare la giusta sintonia con acustica ed ambiente.

Miei cari incantesimi, mia cara fotosintesi, non vi ho mai detto quanto mi manco

Abissale
Nasce come una costola di “Cristi strafatti”, di cui era l’intro nei nostri vecchi live, per poi prendere vita propria. E’ il risultato di una delle tante domeniche invernali in cui Francesca si mette al pianoforte e si lascia andare. Uno strumentale Lynchiano.