Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Colapesce, Dimartino, La luce che sfiora di taglio la spiaggia mise tutti d’accordo

Vestiti di bianco in un contesto metafisico, in un luogo senza tempo che però ha il mare, argenteo e cristallino, una spiaggia infinita in cui perdersi, come accade per il sole, nella linea che taglia a metà il cielo. Che sia un tributo, una scelta voluta oppure no, il nuovo singolo di Colapesce e Dimartino ti riporta ai Radiohead: sarà questo il punto di forza nel bene o nel male, ma sicuro è che la coppia siciliana riesce ancora una volta a colpirci.

Saint Huck, Moonlight

Visioni e ambientazioni oniriche sono alla base del singolo “Moonlight”, brano questo che sancisce il ritorno sulle scene dell’artista e polistrumentista Saint Huck. Il folk rock di ispirazione americana, misto al jangle pop diventano la combinazione perfetta per un brano tanto sognante quanto perfettamente lucido nella sua sperimentazione, tanto da creare un loop che vorremmo non finisse mai.

Bye.Tide, Come mi ricordi

Ambientazioni cupe e ingrigite che ben rappresentano lo stato di stress e alienazione del duo Bye.Tide. Le loro figure sono la figura perfetta dei tempi moderni, così frenetici e sregolati: le vibe electro-dance si percepiscono forti e vibranti e fanno da base ad un testo sincero e senza scrupoli.

Bento., I need your help

Sonorità elettroniche, mondi interstellari e stile minimal sono gli elementi che contraddistinguono i Bento. e il loro nuovo singolo “I need your help”. “il brano smaschera uno stile industrial, big beat misto al jungle catturando come fosse un thriller con l’obiettivo di sorprendere” così il duo pugliese descrive il brano, che effettivamente ci rapisce come un vortice senza fine.

Pier, Ego

Lo conosciamo per le sue copertine insolite e colorate, dagli outfit stravaganti che però non nascondono la passione di fare musica che sia pop, sì, ma quella che ricorda con leggera nostalgia gli anni Duemila. Stavolta per il suo nuovo singolo “Ego”, vediamo Pier con uno dei suoi soliti maglioni multicolor e dai colori pastello e i pantaloni slavati che di sicuro lasciano trapelare la sua (e forse anche la nostra) nostalgia anche per gli anni Novanta.

Moonlabyte, R.E.C.

Intelligenza artificiale e arti visive, cosa accade quando questi due mondi si avvicinano tanto da collidere? Otteniamo sicuramente il mondo metal core dei Moonlabyte, la band romana che si fonda principalmente sulla ricerca non solo musicale ma anche artistica tout court. In “R.E.C.” a fare da padrone è un clima cupo e il mostro, dipinto come un male ancestrale da combattere, perché no, proprio a suon di metal.

Lunedì Notte, L’indolenza e il Panico

Si tinge di blu tutto il mondo di Lunedì Notte, all’anagrafe Alessandro Cianci, che in questa settimana di uscite ci fa ascoltare il suo nuovo singolo “L’indolenza e il Panico”. Un brano autobiografico in cui emerge la voglia di cambiare pur consapevole del fatto che queste scelte porteranno ad uno stato di ansia e panico, per l’appunto. Eppure, anche se questo contrasto può farci stare male come la sensazione di pugnali nelle spalle, bisogna sempre trovare la forza di andare dritti per la propria strada.