Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Colombre, Durerebbe un’ora

Contorni liquidi e non definiti per Colombre e il suo nuovo singolo “Durerebbe un’ora”: un racconto che è a metà strada tra la realtà e l’immaginazione, tra il sogno e la veglia, una narrazione che si fa strada tra le sinapsi emotive dell’artista. Una canzone in cui tutto è possibile, realizzabile con la sola forza del pensiero, eppure tutto quello che accade non può che durare più di un’ora.

Sasso, Musica

Psichedelico, onirico, etereo eppure così ancorato al suolo e al vero, al tangibile, il nuovo disco di Sasso è la sua dedica tutta personale alla “Musica”. Questo il titolo del suo album, che proprio in quanto tale racchiude emozioni e percezioni di chi nella propria vita ha sempre cercato di assaporare la vita con calma e attenzione, non tanto per riempire la pancia, ma il cuore.

Mealström, Ombra

Continua con Mealström la saga del capitano dalle evocazioni Sturmundranghiane. L’artista stavolta assume nella maniera più evidente possibile le sembianze di un quadro, dove ogni nota è una pennellata. “Ombra” traccia i contorni di un mondo tenebroso e allo stesso tempo estatico in grado di suscitare una sensazione a suo modo sublime.

LA NIÑA, Blu

Crochet, knitwear, abiti ricamati che vanno ad evocare il legame che LA NIÑA ha con la tradizione, lo stesso filo che così come viene tessuto verso il passato diventa un modo per legarsi anche al più vicino futuro. In questo moto di tradizione e tradimento ecco che ci colloca anche il nuovo singolo di LA NIÑA: un viaggio ultraterreno dove le cose da nere diventano appunto “Blu”.

Gaube, Spettro

Sonorità distorte, ispirazioni di matrice prog rock, il tutto intriso del riflesso cangiante che è la superfice dei testi di Gaube: un flusso di coscienza che sa essere allucinato a tratti, così come epico in altri. “Spettro” è l’onda luminosa e musicale che si rifrange nei nostri cuori, è una pietra preziosa che brilla se lasciata al sole, è il centro da cui partono tutti i colori dell’iride, ed è proprio in questi che noi non possiamo far altro che specchiarci.

Corinna, Piccola bastarda

Molti sono gli elementi stilistici e visivi che associano l’artista senese Corinna all’underground. Come Sottoterra come i treni che di notte corrono veloci e in cui prende forma il suo nuovo singolo “Piccola Bastarda”: una bass line cupa e distorta si frappone alla dolcezza melodica della voce di Corinna. Un brano che gioca molto sui contrasti e che si ispira alla club culture, rendendo “Piccola Bastarda” un pezzo molto viscerale.