Venerdì scorso al Circolo Ohibò di Milano hanno fatto tappa i Voina regalando un live emozionante e grintoso, per presentare IPERGIGANTE: il loro terzo album in studio uscito per V4V/Peermusic. Ho fatto due chiacchiere con Ivo il cantante, abbiamo parlato di provincia, di musica e di processi creativi. 

“Ipergigante è lo scontro tra l’essere pezzi di stelle e la prigione di questa stupida gravità. Tra i giorni vuoti e gli anni luce. Tra I bar tabacchi e la Via Lattea. Tra Il rumore delle feste comandate e il silenzio dei pianeti. Tra la provincia e l’universo.”

Qual è la differenza tra Ipergigante e Alcol Schifo e Nostalgia? 

Le differenze sono molte, è quasi un cambiamento radicale, sia nell’ideazione del disco, nel senso che noi venivamo da Alcol Schifo e Nostalgia che è un disco dove traspare molto il concetto di band, si lavorava molto in saletta. Poi ci siamo ritrovi io e Domenico ex batterista a iniziare a lavorare in modo diverso, io ho buttato giù un po’ di brani, c’era una necessità interna al progetto di evitare un po’ di stagnazione. Alcol per noi era un po’ l’apice, ma avevamo la sensazione che ci stavamo ripetendo con i nuovi brani, abbiamo voluto cambiare l’atteggiamento verso il progetto. L’anima Voina è rimasta, ma ci siamo voluti aprire a nuovi arrangiamenti. Non ci siamo voluti chiudere nel nostro sound, ma abbiamo voluto contaminarci. 

Il tuo brano preferito all’interno del nuovo disco?

Il peggiore del disco, da sempre il mio pezzo preferito è quello che non piace a nessuno, per me Mercurio cromo. Credo che siamo riusciti bene a mischiare il sound. 

Parlaci del processo creativo della canzone Ossa.

All’inizio è stata quasi una necessità, non abbiamo mai scritto una canzone d’amore, avevo la voglia di raccontare un amore diverso, reale violento, un amore tra perdenti, meno commedia romantica, meno Hugh Grant.

“Io ho fatto un tour dicendo di non voler scrivere canzoni d’amore, ma poi ci ho fatto un disco intero.”

Qual è il rapporto che hai con la provincia e con la metropoli?

Abbiamo costruito la nostra estetica sul perdente di provincia, il nostro rapporto è iper conflittuale, io che sono della zona posso permettermi di massacrare la mia zona, gli altri no. La metropoli è sempre bella, eccitante, però sento di appartenere ad un altro posto. Amore e odio per il posto da cui provengo e da cui voglio tornare. 

Cosa dobbiamo aspettarci dai Voina?

Il progetto Voina da quando è nato, dal 2013 è un progetto semestrale, ogni sei mesi ci mettiamo a tavolino e ragioniamo sul fuoco e la voglia che abbiamo di fare musica. Il disco sta andando bene, nonostante sia un disco pericoloso, veniamo dal contesto rock che è un contesto piuttosto chiuso. Tuttavia abbiamo voluto sperimentare e ci sta dando bene, il futuro è da valutare, nel frattempo la vita scorre.