VESUVIA, pubblicato nel settembre 2022, nasce dalla costante minaccia che tutto ció a cui tieni possa svanire all’improvviso: in un periodo buio come quello attuale, il concerto è per MEG un luogo magico di incontro e di condivisione, in cui mettono radici forme di dialogo e di compartecipazione. Un momento di ritrovo in cui nessuno è straniero e durante il quale fare festa, nonostante tutte le avversità. Con queste premesse parte, dunque, il tour “VESUVIA d’autunno”, sei appuntamenti live per essere ancora una volta i fortunati testimoni di una performance nella quale puoi “lasciarti andare, ballare, puoi commuoverti, abbracciare uno sconosciuto accanto a te che sta provando le tue stesse emozioni!”.

Per MEG la dimensione live è il Carpe Diem della musica, è una celebrazione della vita durante la quale il disco diventa improvvisamente materico, prende forza dall’impianto, puoi ascoltarlo a tutto volume. Se vuoi immergerti in mondi a tratti cupi, in altri fantastici e onirici, legati tra loro dalla musica elettronica e la sperimentazione che contraddistingue Maria, non ti resta che comprare un biglietto per una delle prossime date del “VESUVIA d’autunno”, questa sera, mercoledi 22 novembre, imperdibile appuntamento a Milano in Santeria Toscana.

Ciao MEG! Partiamo, come da consueto, prima di arrivare ai nuovi live, da ciò che ha dato il via a questo turbinio di emozioni e opportunità: “Vesuvia”, pubblicato nel settembre 2022. Un progetto incisivo, ancora attuale, rimasto fedele nel corso del tempo e nelle cuffie dei tuoi ascoltatori. Cos’è oggi, secondo te, che permette a un progetto di rimanere nel tempo? Il valore aggiunto che permette di fare la differenza.

Non lo so esattamente, ma credo che quando succede in genere si tratta di un disco scritto e prodotto senza inseguire mode o classifiche o regole discografiche o compromessi. In genere è un disco fatto non per piacere a qualcuno, ma fatto per  piacere a chi lo ha scritto e basta. I dischi che per me “rimangono” sono quelli che hanno un peso specifico gigante dal punto di vista dell’intensità emozionale ed artistica e che però allo stesso tempo hanno una leggerezza mentre li ascolti, quasi come se si fossero scritti da soli. Come se quelle canzoni fossero sempre esistite nell’ iperuraneo della musica e finalmente ci fossero state svelate. Come se quelle canzoni fossero state scritte apposta per noi. La sensazione di gratitudine e commozione quando questa magia avviene, è ciò che poi legherà per sempre l’ascoltatore al musicista. E quel disco non invecchierà mai.

Un anno prosperoso, ricco di viaggi e live, pronta ora a ripartire nuovamente. Come hai vissuto questi ultimi mesi? Hai avuto modo di fermarti e respirare? Sei una persona frenetica che divora ogni attimo o, al contrario, riesci a goderti ciascun passo del tuo percorso?

Cerco di godermi ogni passo, ogni live, ogni incontro. I tour sono sia euforici che stancanti. Ci sono momenti frenetici ma a volte servono proprio per portare a termine o risolvere determinate cose cruciali.  Dopo i concerti ho sempre bisogno di respirare e ricentrarmi , smaltire l’adrenalina se posso, come quest’estate, andando al mare in ogni day off possibile. D’inverno invece tra una data e l’altra, amo rintanarmi in casa con i miei gatti e meditare.

“Vesuvia” ha due sfaccettature interessanti che vorrei indagare. La prima, è il fatto che è un disco che nasce “dalla costante minaccia che tutto ciò a cui tieni possa svanire”. Oggi, Maria, cosa ha paura di perdere? E MEG invece?

Viviamo tempi terribili, fatti di minacce  costanti nei confronti dei nostri diritti come esseri umani. Sono tempi intrisi di morte, è difficile intravedere un futuro felice per il pianeta. Maria e Meg che non sempre sono allineate, qui si trovano d’accordo: hanno entrambe paura che il genere umano perda ogni speranza ed empatia e si lasci lentamente morire.

La seconda domanda, parte dal seguente spunto: I brani del disco, “pur avendo ognuno una propria ben definita personalità, sono pianeti dello stesso Sistema Solare, legati imprescindibilmente gli uni agli altri dalla stessa forza gravitazionale”. Durante questi mesi di live quali sono i brani che, durante le tue performance live, ti hanno permesso di ricevere un maggior coinvolgimento dal pubblico? Il pezzo che invece ti piace di più suonare?

Quando inizia Non ti nascondere, vedo il pubblico gasarsi, lo cantano parola per parola, è molto emozionante per me . Invece un pezzo che mi piace tanto suonare è Principe delle mie tenebre.  Sono contenta che io e Marco @suorcristona lo abbiamo messo ad inizio concerto: ti gasa  iniziare con uno dei tuoi pezzi preferiti!

In “Vesuvia” è preponderante il richiamo naturalistico, immagini evocative che a volte lasciano spazio all’immaginazione e a “elementi fantasy”, altre meno, rimanendo più terrene e concrete. Riesci a trasportare questa visione anche nella dimensione live? Cosa dovrebbe aspettarsi una persona che viene ad ascoltarti dal vivo?

La dimensione del live è sempre diversa da quella più intima del disco. Il live è condivisione tra tante persone. Il disco diventa improvvisamente materico, prende forza dall’impianto, puoi ascoltarlo a tutto volume e lasciarti andare, ballare, puoi commuoverti, abbracciare uno sconosciuto accanto a te che sta provando le tue stesse emozioni! le parole dei testi vengono pronunciate li’, davanti a te, live, assumono un’intensità nuova. il disco puoi riprodurlo quante volte vuoi, il live succede quella sera li’ e poi basta, è un’occasione unica, e quindi l’assapori con tutto te stesso, è il Carpe Diem della musica, è una celebrazione della vita, e si celebra proprio quello, in quel momento, tutti insieme.

Ph. credit @ Elisabetta Claudio