Fabio Marco Ferragatta in una recensione del 2022 uscita su Impatto Sonoro raccontava che “a modo suo e in tanti modi differenti” l’ultimo album in studio Private Collection “celebra nuovamente la bravura di un’artista che, non mi stancherò mai di dirlo, dovrebbe stare molto più in alto di dov’è ora, anche se il sottobosco pare essere un luogo in cui tutto il cuore di Karin Park potrebbe riversarsi anche se difficilmente basterebbe a contenerlo.”

Condividiamo ogni singola parola perchè il live portato in scena al Legend Club di Milano, in una domenica poco affollata, dalla cantante svedese di base in Norvegia (col consorte Kjetil Nernes con cui condivide il progetto Arabrot), meritebbe un pubblico ben più ampio. I tappeti sonori prodotti dai suoi macchinari sintetici suonano davvero forte in brani quali Tokyo By Night e GlassHouse, la croce luminosa alle spalle emblema del suo essere, l’intensità e le emozioni trasmesse che vi riproponiamo negli scatti del nostro Marco Iemmi, la vocalità unica capace di raschiare nel profondo del cuore, non hanno nulla da invidiare ai “cugini scandinavi” più celebri quali Robyn e Royksopp.

In questo breve set, sono mancati brani dalla vena ellettro pop quali Restless e Look What You’ve Done che ci avevano fatto conoscere (e innamorare) diKarin Park più di 10 anni fa e tanto abbiamo atteso per vederla dal vivo, oggi, in Italia. Speriamo non passi altrettanto per potere riabbracciare le sue sonorità magari su un palcoscenico di più ampio respiro, come un’artista di questo spessore, appunto, merita.

Ph. Credits @ Marco Iemmi