Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Palmaria, Chameleon

Dai colori sgargianti e psichedelici, si confondono e si fondono con il circostante, esattamente come farebbe un camaleonte. Stiamo parlando dei Palmaria, duo dallo stile insolito, quasi alieno, eppure è proprio per questo che ci piacciono così tanto. Nel loro nuovo EP “Chameleon”, affrontano il tema della trasformazione, vista nei termini evolutivi…non solo nell’estetica, ma anche nel gusto e nelle ispirazioni musicali.

Lazzaro, Oro

Si tinge d’oro, come il titolo del suo nuovo singolo, Lazzaro che lo vediamo con i capelli ingellettati e del trucco pesante che insieme al look anni Novanta ci ricorda un po’ i Depeche Mode di quegli anni…ma non solo. Le sonorità elettroniche ricercatamente “vintage” non possono che riportarci indietro nel tempo, e, perchè no, alle clip delle pubblicità di un po’ di tempo fa.

Diora Madama, Meje a Cuscì

Impermeabile in vinile trasparente, treccioni che riprendono un mood quasi alieno e trucco che ricorda quello di una barbie. Il look è quello dell’artista Diora Madama, che con il suo spirito urban e r’nb mette insieme anche due lingue che mai forse avremmo pensato di accostare (almeno non in musica): l’inglese e l’abbruzzese. Ma tutto quello che conta è ripetere come un mantra, che, nonostante tutto è sempre “meje a cuscì”.

Nervi, Sognababysogna

Stile androgino, elegante ma non abbottonato quello di Nervi, che con gli ultimi outfit un po’ ci ricorda quelli dell’amatissimo Harry Styles (del resto nomen omen). In “sognababysogna”, Nervi mette insieme l’elettro pop e il synthpunk per dare forma ad un brano che potesse parlare d’amore nel modo più selvaggio possibile, senza risultare dunque mai banale e che, in un modo o nell’altro, ci facesse ballare.

Inverno, Occhioxocchio

Completo in pelle nera, lacci e camperos, no, non siamo nel far west ma nel mondo di Inverno, il progetto di Francesca Rigoni, che dopo essere nato a Londra approda anche in Italia. È proprio dalla terra della Union Jack che provengono infatti i suoni ricercati e dal gusto alternative tipici dell’alt pop europeo. “Occhioxocchio” è dunque la giusta espressione di tanta sperimentazione esportata in Italia.

Leanò, Milano

Ambientalismo e filantropia alla base del nuovo singolo di Leanò, l’artista che, con sapiente stile e gusto non solo per la musica ma anche per le parole, ci porta alla scoperta di una Milano che è stata danneggiata dal greenwashing. “Milano” come emblema di una città che corre dietro all’innovazione dimenticandosi dell’importanza della natura che l’accoglie. Non a caso, infatti, la scelta del verde anche in copertina, colore che tra i vari significati sta anche per la “speranza” (che le cose miglioreranno un giorno).

Scaramuzza, Misericordia 

Delicato e leggero come un panno di seta, ma allo stesso avvolgente, così potremmo descrivere la dolcezza del nuovo EP di Scaramuzza, “Misericordia”. Un titolo che allo stesso tempo la invoca oppure la offre a seconda del punto di vista. Sei brani che ti accompagnano in una letteratura dell’anima, in un viaggio interiore che ha come sfondo la laguna veneziana. Un disco che sa accogliere e che allo stesso tempo riesce a dare a chi sa ascoltarlo a fondo.