Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Svegliaginevra, Le Tasche Bucate di Felicità

Le tasche bucate di arcobaleni, di musica e di felicità. I pantaloni strappati saranno pure fuori moda ma in questo caso non possiamo che fare un’eccezione per svegliaginevra che svuota completamente le sue tasche affidandone il contenuto alle nostre mani forse troppo irresponsabili. Sì, perché le dodici tracce dell’album solo all’apparenza sono leggere, invece necessitano di essere maneggiate con cura e attenzione proprio come si farebbe con un cristallo.

Marta Tenaglia, Alda Merini Centravanti

Chi l’ha detto che solo i maschi possono giocare a calcio? Marta Tenaglia arriva con il suo nuovo singolo a ricordarci che non esistono cose da maschio e cose da femmina, eh già, perché lei mette come centravanti proprio la grande poetessa Alda Merini, e ad acclamarla sugli spalti ci siamo noi amanti della musica e delle parole in versi, tutti del team “malinconia e melodramma” (come dice la stessa Tenaglia). Non ci resta che fare il tifo con tutto il fiato che abbiamo in gola!

Tonyno, Certe sere

Lustrini, rose e luci al neon sono il segno che contraddistingue il cantautore campano Tonyno, a questi elementi che riguardano però la parte del look si aggiungono ovviamente quelli più tipici del beat: stiamo parlando di una voce calda come quella della black music ma allo stesso tempo sinuosa come quella del soul. Se l’estate sta arrivando e le temperature superano già i 25 gradi, “Certe sere” di Tonyno arriva a rinfrescarci le giornate e a ricordarci che non importa il lockdown, arriveranno nuovamente quelle sere in cui si sta talmente bene da star male.

Federico Cacciatori, Veste di colori

Un titolo del genere non poteva non colpire la mia attenzione, insieme poi alla caratteristica che ha il brano di essere tutto strumentale e sperimentale. Federico Cacciatori spinge il tempo sempre un po’ più avanti, volendo quasi inseguire l’orizzonte che al suo avvicinarsi si dissolve; e in questa rincorsa infinita si staglia la batteria di Cacciatori e l’importanza di dare al suo mondo tutti i colori dell’iride, sì perché vivere in un mondo in bianco e nero non fa per Federico, che invece preferisce, attraverso il suo amore per l’arte in generale, dipingere di mille colori quello che gli sta attorno.

Anna Bassy, Wind, rain

Una dimensione tutta subacquea quella di Anna Bassy e del suo ultimo singolo “Wind, rain”. Un richiamo alla necessità di avvicinarci alla natura e alla sacralità della musica, che, a suo modo, diventa la connessione più ancestrale che abbiamo con la natura stessa, per l’appunto. Immersi come siamo nel mondo antropico, Anna Bassy ci ricorda che ogni tanto, in un certo momento della nostra vita, è necessario ristabilire il legame con la terra, con il vento, con la pioggia, perché è solo grazie a loro che possiamo ancora sentirci e definirci davvero vivi.

The Monkey Weather, Noè

Stile anni Sessanta, camicie dai colori psichedelici e giacca bianca, i The Monkey Weather ricordano un po’ i Beatles degli ultimi anni, quelli che si erano dati alla ricerca e alle sperimentazioni psichedeliche e musicali. Ed è infatti proprio dal beat dei quattro ragazzi di Liverpool che nasce lo stile brit rock a cui tanto attinge anche il trio tutto italiano. Non può quindi non rispecchiare questo stile anche la loro ultima uscita “Noè”: chitarre e distorsioni sono alla base di un rock che è da tempo che non si sentiva, e noi non possiamo che essere contenti che le chitarre non passino mai di moda.

Larocca, Corrente

Bianco come il colore della spuma del mare che si rifrange sulle sponde di una spiaggia deserta, bianca come il candore di un giglio in fiore, bianco come il colore della corrente che onda dopo onda preme sui fondali per scorrere sempre più giù, sempre più lontano, libera come la nostra scelta di amare ma anche di lasciare andare: tutto questo è “Corrente”, ultimo singolo dell’artista pugliese Larocca, che se nel singolo precedente ha immaginato come sarebbe stata la vita di un satellite nell’universo, ora si trasforma in un fiume che corre veloce per diventare mare.