Avete presente l’elettricità percepibile, quasi tangibile, nell’aria di quando sta per arrivare un temporale? Ecco, non vorremmo sbilanciarci ma abbiamo la stessa sensazione per una prossima uscita dei Kill Your Boyfriend. Stanno per tornare, e lo fanno regalandoci alcune anteprime sul concept del nuovo disco in arrivo di cui potrete ascoltare il singolo venerdì 8/11 al Covo Club e sabato 9/11 al Circolo Nadir di Padova in occasione del 15° anniversario dell’etichetta Shyrec che li ha lanciati. Dopo il live bolognese della band di Treviso, noi di Beat&Style penseremo alla vostra serata con un djset alla ricerca del bello in tutte le forme. Anche sul dancefloor.

Siete tornati da poco da alcune date all’estero. Come è andata?

Matteo: A Berlino abbiamo avuto la fortuna che è arrivata la polizia a chiudere tutto perché eravamo un po’ troppo rumorosi, sembra assurdo ma è capitato anche questo.

È incredibile, pensavo potesse accadere solo nei paesini.

Matteo: Sì, infatti. Non te lo aspetteresti mai che possa succedere a Berlino.

Antonio: Invece a Manchester è stato strepitoso, abbiamo suonato al The Psych Rising con altre band del genere. Pubblico molto bello, tutto organizzato benissimo. È stata una data decisamente positiva.

Suonate molto fuori dall’Italia, qual è il paese o la città che vi ha conquistato durante questi anni in tour?

Matteo: Ce ne sono state diverse, secondo me, Manchester sicuramente è da annoverare tra queste. Molto più di Londra, per esempio.

Antonio: Sì, si respira un clima diverso.

Matteo: Altre due città notevoli sono state Mosca e San Pietroburgo, perché ci si confronta con una cultura diversa da quella europea. Nonostante questo, abbiamo avuto un feedback estremamente positivo dal pubblico.

Mi avete incuriosita, com’è il pubblico russo?

Matteo: È bello punk e scatenato, come piace a noi.

Antonio: Tra l’altro le date a Mosca e San Pietroburgo sono state le prime in Russia. Non sapevamo bene cosa aspettarci ed è stata una bella sorpresa.

Avete confermato la mia idea di pubblico russo. State portando live pezzi nuovi?

Matteo: Sì, abbiamo qualche novità. A breve uscirà il nostro nuovo singolo per un’etichetta inglese, si chiamerà Elizabeth. Faremo uscire anche un remix di Danny, chitarrista dei Preoccupations.

Antonio: Ci siamo conosciuti a un concerto in cui abbiamo suonato insieme, loro sono rimasti molto colpiti da noi e nel tempo siamo rimasti in contatto. Danny ha avuto il piacere anche di farci il remix.

Bellissimo! Ma il singolo si chiama Elizabeth, che è un nome femminile. Di solito le vostre canzoni portano nomi maschili.

Antonio: Abbiamo cambiato target (ridono, ndr). Elizabeth è il singolo che lancia il concept del nuovo album con solo nomi femminili. Abbiamo scelto di cambiare punto di vista: prima avevamo la lista dei ragazzi da uccidere (per rifarsi a Kill Your Boyfriend, ndr), adesso ci concentriamo sulle assassine.

La scelta dei nomi è casuale o vi rifate a fatti e persone realmente accaduti?

Antonio: Diciamo che alcuni pezzi parlano di persone che conosciamo, altri invece sono ispirati al concetto con cui nasce la canzone.

Siete attivi dal 2011 e in quest’ultimo decennio la musica è cambiata molto, dai trend alla distribuzione. Come vi inserite in questo nuovo flusso?

Matteo: Non abbiamo mai cercato di far parte del flusso, nel senso che vogliamo fare il nostro. È quello che ci viene più naturale da fare.

Antonio: È anche più semplice in questo modo, perché non costruisci un pezzo a tavolino e la vivi più serenamente.

C’è un artista o una band, anche lontani dal vostro genere, che state apprezzando particolarmente?

Matteo: In questo periodo i Julie’s Haircut, senza ombra di dubbio. Sono sempre stati molto interessanti, ma abbiamo visto uno dei loro ultimi live, a Manchester tra l’altro, e hanno tutto un altro tiro.

Antonio: Poi siamo molto amici di Luca Giovanardi, con cui abbiamo collaborato per la produzione del nostro secondo album The King Is Dead.

Ultima domanda a bruciapelo: la canzone che non ci aspetteremmo mai che ascoltaste.

Antonio: Get It Together dei Beasties Boys, può andare?

Benissimo!