“Sono Come Sono”, co-prodotta con Dario Bassolino, e scritta da Chiara Civello con Kaballà via Four Flies Records, è l’adattamento in italiano di “Olhos Coloridos”, un brano portato al successo dall’artista brasiliana Sandra de Sá su testo e musiche di Macau. Una canzone che è riconosciuta come un vero e proprio inno in Brasile, simbolo dell’antirazzismo e dell’orgoglio creolo.

“Mi sono innamorata di questa canzone nella versione di Sandra de Sá – racconta Chiara – e percepita la potenza del suo messaggio ho pensato tantissimo a come tradurla senza che perdesse impatto ed evocatività”. Nella sua versione la cantautrice polistrumentista romana amplifica la portata del messaggio del brano originale, abbracciando oltre al tema del razzismo altri temi sconcertanti della nostra quotidianità, come bullismo, bodyshaming e omotransfobia, dichiarando il proprio no ad ogni forma di discriminazione che è un attacco dell’uomo all’uomo e alla sua libertà. Un messaggio di profonda consapevolezza e auto-affermazione, che poggia su un suono che è puro boogie funk 80s, tanto devoto alla tradizione della MPB, quanto allo stesso tempo capace di portare in dote negli arrangiamenti nuovi colori.

La vita artistica di Chiara Civello si divide tra Italia, Stati Uniti e Brasile così come il suo sound ibrido tra pop e jazz, con sei dischi all’attivo, un passaggio a Sanremo è avidamente aperta sul mondo.

Ad accompagnare la release fisica del singolo in vinile 12″, uscito il 21 ottobre, anche i remix di Whodamanny, altro produttore figlio di Napoli, capace di aggiungerecalore e ritmi disco-funk al brano.

Ciao Chiara. Prima di tutto complimenti per come hai saputo fare tua una canzone già famosa, facendo un mix tra i suoi elementi tradizionali e altri suoni più innovativi. Come sei arrivata a questo risultato?

Grazie. Per me la musica è sempre una questione di sinergie, ci si incontra, ci si appassiona di qualcosa insieme, si concorda su una missione, si fa una bella esperienza e ci si esprime. In questo caso sono arrivata a questo sound insieme a Dario Bassolino che ha subito colto la bellezza e la forza della canzone e trovato una dimensione che ampliasse la sua forza evocativa e culturale toccando anche le nostre corde. Fondamentale anche Kaballa per l’adattamento in Italiano che abbiamo fatto insieme.

Per quanto tempo hai vissuto in Brasile e quanto ti ha influenzato la musica e la cultura brasiliana?

In Brasile ci vivo quando posso. Lì io mi sento a casa, un’altra casa, piena di nuove radici e di emozioni forti.

Come sei entrata in contatto con Sandra de Sá e Macau? Raccontaci qualche aneddoto.

Sandra l’ho contattata appena ho deciso di fare questa versione ed è stata incredibilmente accogliente e solidale al progetto Sono Come Sono. Abbiamo amici in comune e l’ho chiamata. Sandra è energia, anima, risate e libertà. Macau ancora non lo conosco ma già lo sento amico. Olhos Coloridos vuol dire occhi colorati. i suoi erano rossi dal tanto piangere dopo essere stato messo in prigione ingiustamente per razzismo. La sua canzone è diventata un inno che incarna il più grande paradosso brasiliano e cioè che il razzista ha spesso la stessa natura ibrida della vittima del suo razzismo. Olhos Coloridos è l’affermazione dell’identità ibrida, è un grido di libertà. Sono Come Sono si ispira a tutto questo.

Non si parla mai abbastanza di accettazione, di libertà di espressione, di parità di diritti. Eppure sono argomenti molto cari alle nuove generazioni: pensi che Sono Come Sono possa essere una sorta di un “inno” generazionale?

Me lo auguro.

E tu “come sei”? Descriviti con 3 aggettivi.

Plurale. Volubile. Curiosa.

Qual è la cosa di cui vai più fiera tra tutti i traguardi che hai raggiunto fino ad ora?

La cosa di cui vado più fiera è sempre l’ultima che ho prodotto perché è quella più recente e più rappresentativa del mio momento, dei miei incontri. Ha in sé il presente ed è quello su cui aspiro ora. Presenza totale. Perdiamo troppo tempo pensando al passato o al futuro. Per il resto, sono contenta ma soprattutto grata di aver incontrato persone incredibili con cui ho fatto un pezzo di strada, come Burt Bacharach, Gil, Chico, Anat Cohen, Ana Carolina, Patrizia Cavalli, Yuka Honda, Masako Hamamura, Rita Marcotulli, Pino Daniele, Mauro Refosco, Arthur Verocai, Eumir Deodato, Nicola Conte, James Taylor e Tony Bennett per dirne alcuni.

Morrissey dice che “Home is a question Mark”, è così anche per te? Non avendo una dimora fissa ed essendo viaggiatrice ed esploratrice del mondo, qual è il tuo concetto di “casa”?

La casa è il presente. Il presente è un regalo. Quindi per la proprietà transitiva la casa è un regalo.

Ph. credit @ Virginia Bettoja