Il PAC ospita la personale di Teresa Margolles, artista messicana e medico legale che, con crudo realismo, riporta l’attenzione sull’orrore che devasta soprattutto il suo paese. Non è un caso, infatti, che la frase che dà il titolo alla mostra – Ya basta hijos de puta (Ora basta figli di puttana) – sia stata rinvenuta sul corpo decapitato di una donna, trovato a Tijuana nel nord del Messico.

Narcotraffico, omicidi, sfruttamento della prostituzione e odio di genere sono alcuni dei temi trattati dall’artista, che prima si appropria delle tracce biologiche dei cadaveri e degli oggetti rinvenuti sulle scene del crimine, e poi li riposiziona negli spazi espositivi. Lo stile asettico e minimalista che utilizza stride col contenuto delle opere e costringe lo spettatore a provare una strana mescolanza di emozioni: alla meraviglia si somma il disgusto, alla commozione, un intollerabile fastidio.

Ya basta, hijos de puta è una mostra di una potenza indescrivibile, un’esperienza da cui si esce trasformati, la testimonianza di una violenza che tutti devono conoscere.
Al PAC di Milano fino al 20 maggio.

Qui vi abbiamo dato un’anticipazione attraverso gli scatti, attraverso il personale punto di vista, di Io che guardo cose. Link alla pagina: www.instagram.com/io_che_guardo_cose/