B – Vita, Morte, Miracoli” segna il terzo capitolo musicale di Francesco Sacco. Questo nuovo lavoro in studio, concepito come completamento del precedente album “A – Solitudine, Edonismo, Consumo“, si presenta come un’opera artistica ricca di sfumature. Oltre ad aggiungere un altro tassello all’esplorazione sonora avviata con il suo predecessore, che ha visto la fusione di autocomposizioni, techno e citazioni classiche, questo album si caratterizza per una specularità tematica. Mentre “A” era un disco impregnato di critica sociale e tematiche attuali, “B – Vita, Morte, Miracoli” si rivolge all’intimità interiore, ai sentimenti e alla magia. L’esoterismo, il sacro che incontra il profano, in attesa del release party il 31 maggio nel giardino della Triennale Milano, abbiamo chiesto al producer (già resident del Plastic e fondatore di Cult Of Magic collettivo di performer e musicisti) di raccontarcelo traccia dopo traccia.

MAGIA NERA 

L’album si apre con “Magia Nera”, un collage futurista di immagini che riguardano il nostro presente, fatto di ironia e citazionismo. Da De Andrè a Harry Potter, dai White Stripes a Lady Macbeth:
“Facciamo un patto magico stasera. Magia Nera, Obladì Obladà”

GESÙ (NEL NOME DEL CAPITALE)

Un altro divertissement musicale che, partendo da episodi tratti dalle vite dei santi o dalle parabole evangeliche, dipinge un ritratto del rapporto dell’autore con l’ordine costituito (economico, sociale, religioso). Questa traccia spinge sull’acceleratore dell’esperimento sonoro, accostando la trap a una citazione di Mozart.

UNA STELLA IN MENO

Dopo brani dall’estetica anarchica e irriverente, questo ascolto accoglie un’introspezione più profonda, che si sveste dell’ironia delle due tracce precedenti. “Mi sono tolto le parole di bocca per guardarmi allo specchio e vederci un po’ meno. Mi son fottuto le mie idee più brillanti per restare tranquillo come tutti gli altri“, recita il ritornello. Questa è una dichiarazione di intenti chiara, una sorta di confessione. Il tutto viene urlato su una base che unisce un giro armonico cantautorale a elementi di elettronica pura.

MORTE CHE CAMMINA FEAT. LE CORSE PIÙ PAZZE DEL MONDO

In collaborazione con Le Corse Più Pazze Del Mondo, è una canzone scritta a quattro mani con Luca Pasquino, che appare come coautore di altre tracce dell’album. Questo brano celebra l’inerzia e il successo involontario, il divertimento, il lusso e l’eccesso. Tuttavia, è anche un augurio per un futuro che comprende “abiti di lusso techno berlinese” e “discoteche nelle chiese”, come afferma il ritornello.

TECHNO BERLINESE

La vera techno arriva poco dopo con “TECHNO BERLINESE”, brano che prende il titolo dal testo della canzone precedente e che è stato prodotto in collaborazione con Cult of Magic, un collettivo di arti performative e musica. Io e Luca sono resident al Plastic di Milano, e il brano rappresenta il risultato dei loro ultimi lavori, che portano l’arte della performance nei club.

MORTE LIBERA TUTTI

L’album si conclude con “Morte Libera Tutti”, featuring con l’artista hip-hop Tito Sherpa, che condivide con Francesco l’approccio a tematiche che oscillano tra la critica sociale e la spiritualità. Questa traccia si presenta come un vero e proprio testamento, un flusso di coscienza che riflette sul mondo del “dopo”, visto come liberatoria conclusione della vita terrena. Il testo fitto e complesso, fatto di immagini, suggestioni e idee, si conclude con le note dell’inno alla gioia di Beethoven, una melodia che funge da traghetto verso un mondo sconosciuto. Infine, l’album si chiude con la mia voce  che dice “parlami all’orecchio, io non soffro più il solletico“, inventando così un nuovo testo per il capolavoro classico. Questo momento unisce l’introspezione delle ultime tracce con l’ironia delle prime, concludendo il viaggio all’interno dell’individuo con un sospiro di sollievo.


Visualizza questo post su Instagram

Un post condiviso da Cult of Magic (@cultofmagic)