Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Andrea Laszlo De Simone, La Notte

“La Notte” di Andrea Laszlo De Simone è il ritorno che tutti stavamo aspettando, perfetto: poetico, elegante, immerso in un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà. Il brano è un inno intimo alla bellezza della notte come rifugio, desiderio, tregua dai pensieri più cupi. L’arrangiamento, delicato ma ambizioso, si apre da un minimalismo romantico – piano e archi che sussurrano come un ricordo – fino a un crescendo orchestrale che avvolge l’ascoltatore tra fiati, percussioni e cori femminili. C’è un sapore vintage che richiama la scuola del cantautorato italiano più raffinato, ma anche una dolce malinconia cinematografica alla Moon River. “La Notte” danza tra ombra e luce, proprio come fanno le anime sensibili nei momenti di silenzio.

Loneriver, About You

Cinque tracce come fotografie sbiadite che tornano a galla tra sogno e rimpianto. “About You” il nuovo  EP di Loneriver è in bilico tra il bisogno di restare e l’urgenza di fuggire. Le slide guitars e gli organi distorti evocano paesaggi folk sospesi nel tempo, tra echi sixties e ambientazioni notturne. Loneriver ci accompagna in una stanza vuota piena di ricordi, autentici.

Merli Armisa, Ortensie Comete

“Ortensie Comete”, il nuovo disco di Merli Armisa è un microcosmo dove il presente si dissolve in ricordo e il futuro si tinge di nostalgia. Emozionante, intimo e universale, “Ortensie Comete” è un album che va ascoltato ad occhi chiusi, lasciandosi attraversare come da un sogno che ha il sapore delle cose vere.

Delicatoni, Coca Puma, E se quando

Con “E se quando”, i Delicatoni confermano la loro vocazione alla delicatezza, per l’appunto, arricchita questa volta dalla presenza magnetica di Coca Puma (foto di copertina). Il brano è un piccolo sogno a occhi aperti, sospeso tra malinconia e desiderio, che racconta l’amore con leggerezza ma senza superficialità. Le voci si rincorrono in un dialogo intimo e vellutato, immerse in una produzione che mescola suggestioni tropicali a tocchi elettronici raffinati. Il risultato è una ballata luminosa e ipnotica, capace di evocare paesaggi lontani e possibilità sconfinate.

Alex Fernet, The Nightdrive

Alex Fernet ci porta questa volta in un viaggio crepuscolare con “The Nightdrive”: è un manifesto estetico, un universo sospeso tra synth ovattati, groove lenti e riflessivi, e malinconie retrò. L’atmosfera è rarefatta, il tempo sembra dilatarsi come fari sull’asfalto bagnato. Emozionante come una pellicola a bassa definizione alle tre di notte, il brano unisce la sensualità della disco decadente al minimalismo inquieto della synthwave. Un brano da ascoltare in cuffia, magari durante un viaggio senza meta, perdendosi nella nebbia e per ritrovarsi altrove, forse più veri.

CALLIOPE, immagini sensibili

In “immagini sensibili” sentiamo la voce Calliope fragile e potente allo stesso tempo, capace di toccare corde profonde con testi che sembrano scritti sulla pelle, prima ancora che su carta. L’album alterna momenti di sospensione quasi mistica, dove pianoforte e synth fluttuano nell’etere, a esplosioni più fisiche e terrene fatte di chitarre elettriche e ritmiche serrate. C’è dentro la dolcezza della natura, la malinconia dei poeti e la lucidità di chi sa guardarsi dentro con coraggio. “immagini sensibili parla a tutti e forse un po’ di più a chi abbia mai provato a rimettere insieme i pezzi di sé.

Thruppi (Giovanni Truppi e Specchiopaura), Buianotte

A volte succede che due percorsi artistici si incrocino quasi per caso e decidano di affiancarsi, o addirittura di fondersi insieme. Magari per una canzone. O magari per un album intero. Artisti di generazioni diverse ma che condividono la città che li ha cresciuti, Napoli. L’amore per una poetica pura e fuori da ogni vincolo precostituito, per la sperimentazione sonora e per una scrittura cinematografica, spesso essenziale ma sempre incisiva. Buianotte ne è il primo frutto. Truppi e Specchiopaura plasmano insieme un pezzo che si muove tra atmosfere oniriche e surreali, una canzone sull’amore e sulla paura dell’abbandono che suona classica e contemporanea allo stesso tempo, tra avvolgenti tappeti di synth, voci stratificate, chitarroni roboanti e un’elegante giro di pianoforte, in bilico tra italiano e napoletano.


In playlist
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NOVAMERICA, Sei come un dio  ASCOLTO

YASMINA, Digitare  ASCOLTO

GRILL BOYS, La crisi dell’uomo (Deluxe)  ASCOLTO

MADS & ODIOEFFE, Cet Amour  ASCOLTO

SUPERMARKET, Test Honey Badger  ASCOLTO

VISCONTI, Girotondo  ASCOLTO

ACQUA DISTILLATA CANTA RIBALTAVAPORI, Volume Uno  ASCOLTO