Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Colombre, Maria Antonietta, Io e te certamente

“così saremo felici nei nostri vestiti, senza vestiti e in quelli degli altri”.  Ed è proprio nei loro di abiti che Colombre e Maria Antonietta (foto di copertina) ci regalano una delle canzoni d’amore più belle e più vere di sempre. “Io e te certamente” vede infatti la penna di Maria Antonietta, ma è solo nell’intreccio delle due voci che è possibile innescare la magia che da vita alla bellezza del brano. Due anime che lottano per affermare la loro unicità, e il loro essere “gli illusi di sempre”, ma solo insieme, certamente.

Marculedu, Appercezione

Musica elettronica, sperimentazione e hyperpop per il nuovo singolo dell’artista napoletano Marculedu. Un brano che riesca a scavalcare i confini nazionali per posarsi in luoghi geografici che somigliano più a luoghi immaginari e immaginifici. “Appercezione” è un viaggio verso il centro del mondo, verso gli archetipi e tutto ciò che accomuna l’uomo fin dal principio dei tempi.

DIRTY SÖCKS, EUPHORIA

Non è proprio tutto glitter e eyliner dai colori sgargianti, eppure l’Euphoria del collettivo DIRTY SÖCKS ha comunque delle caratteristiche e dei mood che ricordano quelli della nota serie (non a caso possiamo ascoltare delle note campionate da Elliot’s Song di Dominic Fike. Nell’”Euphoria dei DIRTY SÖCKS ci sono toni tiepidi e sonorità cullanti, ed è un invito a non mimetizzarsi col grigiore quotidiano.

Aigì, Nuvole

Camicia oversize tie-dye che ricorda un po’ la conformazione delle “Nuvole”, per l’appunto, in perfetto stile per il suo nuovo singolo: un brano che leggero come nebulosa riesce a farci staccare un po i piedi da terra, ci fa ballare e dimenticare l’annebbiamento del presente.

Tucci, Oblio

Un corpo chiuso in se stesso, un volto nascosto dalle coppe delle mani, il tutto tratteggiato a matita come se fosse uno schizzo preparatorio, colori primari su sfondo nero. Questo è l’oblio secondo Tucci, che nel suo nuovo singolo lo indaga attraverso elettronica e sperimentazione. Un brano che sa scavare nel profondo per portare a galla tutti i traumi del passato.

Elena Piro, Giubbotto

Elena Piro indossa il suo abito migliore nel suo primo singolo “Giubbotto”, quello che la copre dal freddo e dalle persone quando il gelo è anche interiore. Tutto gira intorno ad un giubbotto, che oltre che capo d’abbigliamento, in questo singolo si fa metafora della corazza che indossiamo quando ci sentiamo più fragili e che laddove non riusciamo a procurarcela da soli, le persone che ci sono più vicine ci aiuteranno a farla venire fuori.

Tersø, Niagara

Stile minimal, radicale ma pulito quello dei Tersø, che ritornano stavolta con un nuovo singolo, “Niagara”, che un po’ si unisce e un po’ si dissocia dai lavori precedenti. In “Niagara”, il duo bolognese liquefa suoni e melodie che si rifanno al glitch-pop e al dub per certi versi. La voce di Marta ci spinge verso il pelo dell’acqua, suggerendoci come fare per rimanere a galla anche quando vorremmo solo affondare.

Daniela Pes, Carme

Parole enigmatiche, antiche parole galluresi, frammenti di termini italiani e vocaboli totalmente inventati: una lingua e un “Carme” quello di Daniela Pes che suona come un mistero, che però non chiede di essere svelato. Viene assorbito e compreso per quello che è, nella sua originalità e nella sua magica ipnosi.  Chitarre, synth e percussioni finali, possono solo essere la perfetta chiosa di un lavoro di totale sperimentazione.