Lontana dall’intento di scrivere un masterpiece della letteratura italiana, ho voluto comunque riprendere dal buon vecchio Thackeray (e non da Marchetti, attenzione) la serialità delle narrazioni che si susseguono in Vanity Fair e su quella falsa riga costruire un altro tipo di storie.

Anzi, più che storie, le mie vogliono essere delle immagini che cercano di legare alla musica di un brano le sue possibili evocazioni di ambito stilistico, tale che, in questa fiera della vanità, a sfilare siano gli artisti vestiti delle loro note, dei colori invisibili che solo con un orecchio attento si possono percepire.

Sulla passerella della vanità, lasciamo che a succedersi sul catwalk (di artisti e musicisti), sia invece la nudità dell’indie.

Sem&Stenn, Mudimbi, Rocky

Campioni indiscussi sul ring dello style, a colpi di beat, non possono che essere due guerrier* come Sem&Stenn. Con il loro nuovo singolo “Rocky” danno un nuovo volto (e una nuova veste) alla mascolinità, specialmente quella in cui i due artisti si sentono richiusi e imprigionati e da cui cercano di evadere, non in modo del tutto sovversivo, ma iniziando dalle provocazioni. È strano immaginarsi due lottatori di wrestling palestrati, espressione dell’uomo macho, che sul ring si abbandonano ad un bacio col proprio rivale? Beh, dopo aver ascoltato “Rocky” ci ripenserete!

Labradors, The Adolescent

Converse slacciate, nere e bucate, ipod che scende pesante nelle tasche del jeans, occhiali da vista improponibili: ebbene sì, questo il look della nostra adolescenza e anche quello evocato dai Labradors nel loro nuovo singolo. Un mood anni Novanta per remare contro tutte le tecnologie e le alienazioni del quotidiano: non possiamo che chiederci anche noi “What are we doing?”

Baobab!, Noel

Si avvicina il Natale e ce lo ricordano i Baobab! con la loro “Noel”. Tranquilli, non è la canzone a cui stavate pensando, non ha a che fare con nessun Michael Bublè, ma soltanto con le lisergiche conseguenze dei pranzi natalizi. O almeno io l’ho vista così. Psichedelica al punto giusto, “Noel” ha quel sound anni Novanta dosato bene insieme alle chitarre e alla batteria che arrivano “un po’ dopo”, come i nostri pensieri durante le feste.

Theia, Elisir

Theia: due voci, ma un’anima sola. Come quella che ascoltiamo in “Elisir”, il loro nuovo singolo, in cui il duo si traveste da strega, come quella nel castello delle favole, pronte a preparare una fattura d’amore per il povero malcapitato. Basta una goccia del loro nuovo singolo per restare anche noi incantati come sotto effetto di un’ipnosi.

Molmo, Lovin’ star

Con Molmo veniamo subito catapultati in una dimensione spazio-temporale che ricorda gli anni Ottanta, complici i sintetizzatori e gli outfit jeansati dei protagonisti del video di “Lovin’ star”. Eppure, siamo negli anni duemila. In un gap temporale che ricorda l’intreccio tra passato e presente come accade nella serie tedesca Dark, anche il nuovo singolo temporale racconta come il tempo è un insieme infinito di eventi, in cui molto spesso molti punti finiscono per coincidere.

Frambo, Non mi spingere

Lo abbiamo visto travestito da mimo, lo abbiamo conosciuto con i capelli decolorati, adesso è tempo di vedere Frambo nell’outfit che più gli si addice: quello in cui si veste da sé stesso. In “Non mi spingere” infatti, scopriamo insieme a lui le insicurezze di chi scrive ma crede che c’è qualcuno che potrebbe fare di meglio o di chi vorrebbe trovare il proprio equilibrio nel mondo ma invece c’è sempre qualcuno pronto a spingere.