“Il lavoro fatto è inutile, si dice, ed esso vuole essere una sorta di macabro gongolio al di sopra dello sfruttamento. La domanda è – per chi è inutile? – Se il lavoratore viene pagato per rimanere fermo o per fabbricare viti, questo è importante solo per la persona che lo assume”

Questa frase, pronunciata da Santiago Sierra in occasione della Biennale di Venezia del 2003, sintetizza molto bene la sua arte. Lo sfruttamento dei lavoratori, la discriminazione razziale e il capitalismo sono infatti le tematiche che stanno alla base della sua ricerca.

Curata da Lutz Henke e Diego Sileo, Mea Culpa è la prima esposizione antologica italiana dedicata all’artista spagnolo, e raccoglie le sue opere più rappresentative dagli anni ’90 a oggi.

La fotografia di denti che apre la mostra suscita una risposta emotiva immediata e potente, l’utilizzo costante del bianco e nero amplifica la tragedia di ogni singola immagine, e la semplicità con cui Sierra riesce a trattare temi delicati in maniera così diretta costringe lo spettatore a riflettere sulla condizione sociale e politica contemporanea.

 

Visitabile fino al 4 giugno al Pac di Milano, Mea Culpa è un pugno nello stomaco, un appuntamento che non si può perdere.

Image courtesy: “Io che guardo cose” Anti-selfie blog
http://iocheguardocose.com/